Il grande cuore dei dettaglianti pakistani

A Genova i fratelli Mansoor aiutano le famiglie in difficoltà donando frutta e verdura

Il grande cuore dei dettaglianti pakistani
Dalla diffusione del Coronavirus, sono state sempre più numerose le famiglie italiane trascinate sull’orlo della povertà. Se il mondo del commercio all’ingrosso ha risposto con lodevoli iniziative di solidarietà, anche alcuni dettaglianti si sono schierati in prima linea per aiutare chi più ne ha bisogno.
E’ il caso del punto vendita “Wasim frutta e verdura” dei fratelli di origine pakistana Mansoor, situato nel quartiere Foce di Genova. 
Come riporta il sito larepubblica.it, Riaz e Masood hanno scritto a mano e apposto sulla vetrina un cartello con queste parole: "Non andare a dormire senza cenare, chiedi tutto e ti sarà dato". 
L’iniziativa proposta dai dettaglianti, prevede di donare alle famiglie che lo richiedono il necessario per poter mangiare, un chilo di frutta, latte e biscotti per i bambini, qualche pacco di pasta. 

"Dopo il virus ci siamo accorti che in molti avevano bisogno di aiuto - spiega Riaz, 29 anni - intere famiglie che non sapevano letteralmente come dare da mangiare ai propri figli, chi si è ritrovato senza un'occupazione, altri che aspettavano la cassa integrazione ma non sapevano come fare. Abbiamo pensato come aiutarli e siamo partiti proprio da un cartello uguale a quello che vedete appeso ancora oggi".

L’iniziativa è continuata anche dopo la riapertura di negozi e ristoranti e, anche se i numeri sono in calo, c’è ancora chi chiede aiuto, anche nel mese di agosto con la città semideserta.
"Qui non chiudiamo per ferie – ha continuato Riaz - siamo aperti 7 giorni su 7 e qualcuno si è fatto avanti anche in queste settimane, spesso purtroppo sono anziani soli a cui consegniamo la spesa direttamente a casa con l'aiuto dei nostri cugini. Andremo avanti fino a fine anno sperando che nessuno abbia più bisogno del nostro supporto".

Per fortuna ora la solidarietà dei fratelli pakistani può contare anche sull’aiuto dei clienti, che si offrono di pagare prodotti per la ‘spesa sospesa’ mentre in molti salderanno i conti non appena ne avranno la possibilità.

A dare visibilità al progetto solidale anche i social network, da cui sono arrivati centinaia di commenti positivi. Ma i dettaglianti assicurano che è solo un modo per ringraziare la città. "Mio fratello è arrivato a Genova otto anni fa, io sono stato quattro anni a Milano e poi l'ho raggiunto - conclude Razim - Per noi questa città è come una seconda casa".

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