«Modello francese» per la pesca veronese

Meno export e più valore dal territorio: il progetto al centro di un convegno

«Modello francese» per la pesca veronese
Meno volumi e più qualità, meno export e più valore: è "l'operazione" sul tavolo dei protagonisti del sistema-pesca nel veronese, dove si punta a una gestione diversa, sul modello francese, per far tornare i conti dopo anni di crisi e prezzi bassi. Lo spiega Andrea Bertoldi,  direttore di Brio e consigliere della Fondazione prodotti agricoli di Bussolengo e Pescantina, nel presentare il convegno "Pesca veronese", l'ora del rilancio" in programma venerdì prossimo, 25 settembre, alle ore 20 a Bussolengo. 

"La raccolta quando il frutto è maturo al punto giusto, la lavorazione immediata e la commercializzazione in tempi brevi, privilegiando tra i destinatari le piccole e medie catene distributive del territorio e ponendo massima attenzione alla componente turismo: è questa la strada, insieme alla valorizzazione del brand Principesca, per ridare lustro a una delle eccellenze del territorio", spiega Bertoldi. "Dobbiamo riuscire a coinvolgere anche le amministrazioni comunali; in parte alcune di queste cose sono state fatte, ma ora occorre accelerare e fare ancora più sistema per centrare l'obiettivo".


Pesche veronesi in mostra a Bussolengo 

Ecco allora che al convegno di venerdì saranno numerose le voci che si alterneranno nell'iniziativa "sponsorizzata" anche da La Grande Bellezza: dopo il saluto dei sindaci di Bussolengo e Pescantina, interverranno la direttrice del Cso Elisa Macchi, per illustrare la situazione dei mercati nazionale ed europeo, la ricercatrice dell'Università di Verona Debora Viviani ("Cultura e territorio, la strategia del marketing oggi"), Roberto Colombo dell'ufficio tecnico Agrintesa ("Evoluzione tecnica e varietale del pesco"), Enzo Gambin del Consorzio olio extra vergine di oliva Veneto Dop ("Concentrare le forze per tornare a dare un futuro alla peschicoltura con il rilancio della pesca Igp"), Davide Salvagno, presidente di Coldiretti Verona e Paolo Ferrarese, suo omologo di Confagricoltura Verona. Dopo le considerazioni di Bertoldi, che si soffermerà sul marchio Principesca, a tirare le conclusioni sarà Giancarlo Fugolo, presidente della Fondazione Prodotti Agricoli.


Nel Veronese, nel 2019, sono stati 1.743 gli ettari dedicati alle pesche (+1,2% sull'anno precedente), con una una produzione complessiva raccolta di 36.476 tonnellate, in calo del 15,2% rispetto a dodici mesi prima a causa della minor resa. Il prezzo medio all'origine, la scorsa estate, aveva superato di poco i 50 centesimi il chilo.

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