Ofxam manda l'ortofrutta... al diavolo

Petizione e filmato in un supermercato: nel mirino cattivi pagatori e sfruttatori

Ofxam manda l'ortofrutta... al diavolo
Pelo e contropelo: dopo Presa Diretta di Rai 3, Gdo e filiera dell'ortofrutta finiscono idealmente su un altro banco degli imputati, quello di Oxfam Italia, organizzazione no profit che si dedica alla riduzione della povertà globale. Un filmato e una petizione accompagnati dallo slogan #Algiustoprezzo puntano a sensibilizzare i consumatori sulle "condizioni drammatiche che i lavoratori impiegati nella produzione di frutta e verdura subiscono nel nostro Paese" e invitano a "scoprire quale realtà si nasconda nello scontrino del cibo che acquistiamo". Perché "tra gli scaffali sempre ordinati e pieni del cibo che più amiamo - scrive Oxfam - si nasconde un costo inaccettabile: la sofferenza delle persone che lo producono". 



Il video diffuso al "grande pubblico" da agenzie e vari organi d’informazione punta l'indice accusatore contro il cattivo pagatore impersonato da un diavolo sghignazzante che si aggira in un supermercato e compare nello scaffale del reparto ortofrutta dove prende di mira una donna che "in uno dei Paesi più ricchi del mondo vuole comprare il cibo migliore a un prezzo ridicolo e sempre più basso". Davanti ai pomodori il diavolo sente quasi "il caldo soffocante delle serre dove si produce", poi maneggia un'arancia "raccolta da lavoratori sfruttati, che vivono in case senza acqua, senza dignità". In nome del profitto, incalza la figura mefistofelica, "ci sono piccoli uomini disposti a passare sopra qualsiasi atrocità per tenere i costi bassi... Chi se ne frega dei piccoli, onesti, produttori di arance... Dovrebbero imparare anche loro a sfruttare i più deboli". 

"Caporalato, lavoro grigio, lavoro nero sempre più scuro - alza ulteriormente il tono la voce narrante del video di Oxfam, quella dell'attore Alessandro Benvenuti - continuate a pensare sia sempre colpa di un altro". Tutto ha un prezzo conclude il filmato, che invita a pretendere un cibo "equo e giusto, libero dallo sfruttamento". Perché garantire i diritti umani è "dovere di tutti".  L'organizzazione sottolinea che in questo momento in Italia si contano "600mila braccianti irregolari, di cui 130mila privati di qualsiasi diritto e dignità". E mette alla berlina "il comportamento negligente di alcuni supermercati", denunciando, proprio come Presa Diretta "la filiera iniqua".



Nobile l'intento della campagna, niente da dire. Ma il messaggio che arriva ai consumatori, attraverso la petizione e il video, è che generalmente la distribuzione è poco scrupolosa e che la filiera dell'ortofrutta si fonda prevalentemente su sfruttamento, furbizie, negazione di diritti. Poco importa che non sia così e che la stragrande maggioranza dei comportamenti sia virtuosa, certificata, adeguata agli standard internazionali. Il silenzio di un comparto disaggregato, lontano dal fare sistema, rende difficile una reazione che sarebbe sacrosanta per spiegare e mettere "i puntini sulle i". Ma senza una voce autorevole, resta campo libero ai "diavoli" di turno.

Sotto il filmato di Oxfam:


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