Eurospin tra aperture in serie e incidenti di percorso

Si fa largo il nuovo format che privilegia i freschissimi. I nodi dell'immagine e delle relazioni

Eurospin tra aperture in serie e incidenti di percorso
Eurospin continua ad aprire e investire: sono più di 20 i punti vendita inaugurati in questo difficile anno, l'ultimo dei quali proprio oggi a Capaccio nel Salernitano. Un'espansione che valica i confini nazionali: lo scorso 13 agosto il discounter con quartier generale in Veneto ha tagliato il nastro al primo store in Croazia, nella città di Zara, che si aggiunge ai negozi (una cinquantina in tutto) già presenti da tempo in Slovenia. 



Gli ultimi punti vendita, dall'assetto moderno, "vestiti" del restyling di fine 2018 che ha allineato l'insegna ai competitor (Aldi su tutti), confermano la vocazione ai freschi, con l’ortofrutta presente in modo corposo, sia sfusa che confezionata, con la formula del libero servizio a farla da padrone. Il fattore prezzo resta strategico: recentemente Tiendeo.it ha inserito proprio Eurospin al primo posto tra i retailer con il maggior numero di prodotti in offerta sui propri volantini, davanti a Esselunga e Tigros. Ad oggi Eurospin, che ha in programma ulteriori assunzioni (oltre una sessantina le posizioni aperte per i punti vendita sparsi sul territorio nazionale, per lo più addetti alla vendita) conta circa 1.200 supermercati, oltre 15mila dipendenti e lo scorso anno ha fatturato circa 7 miliardi di euro.



Un percorso di crescita non privo di strascichi polemici: dalle accuse per le aste a doppio ribasso al sottocosto "selvaggio" (emblematico il "caso" ferragostano dei meloni a un centesimo), dalla bocciatura Oxfam alle voci "trasparenza" e "diritti" fino ai difficili rapporti con i sindacati. Lunedì 2 novembre in Toscana si è tenuto uno sciopero di lavoratori dei punti vendita di Certaldo, Montelupo Fiorentino e Vinci; in concomitanza, la Filcams Cgil e la Uiltucs hanno organizzato un presidio davanti al punto vendita di Sovigliana. La protesta è legata ai carichi di lavoro, giudicati eccessivi e alla mancanze nell’applicazione delle norme di salute e sicurezza sul fronte anti Covid. Già nella fase 1 della pandemia i sindacati avevano chiesto al Gruppo di dare attuazione ai Protocolli condivisi tra Governo e Parti sociali allo scopo di garantire condizioni adeguate. 

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