«Castagne, serve definire un prezzo di solidarietà»

Vendite al palo. Rubinaccio: «Le restrizioni stanno bruciando il 40% del mercato»

«Castagne, serve definire un prezzo di solidarietà»
Il settore ortofrutticolo italiano ha retto tutto sommato bene al lockdown della scorsa primavera, malgrado l’aumento dei costi per adeguarsi ai protocolli di prevenzione e sicurezza. In questa seconda ondata di pandemia alcuni problemi stanno però emergendo e anche in maniera grave. La filiera della castagna, ad esempio, è piombata tutto d’un tratto in una crisi senza precedenti.

“Le continue restrizioni delle ultime tre settimane hanno fatto saltare almeno il 40% del mercato nazionale delle castagne, stravolgendo un contesto commerciale già viziato da comunicazioni errate ed irrealistiche sulle stime produttive dell'Italia”, spiega a Italiafruit News Giampaolo Rubinaccio, produttore campano di Quindici (Avellino) che coordina il Comitato di prodotto Frutta a guscio dell'Organismo interprofessionale Ortofrutta Italia.

Oltre ad aver sfavorito i produttori, l'emergenza coronavirus ha condizionato negativamente anche le contrattazioni con gli acquirenti. Tanto è vero che "da almeno due settimane a questa parte, le industrie, i commercianti e una parte della Gdo stanno comprando castagne a quotazioni estremamente competitive, ma non remunerative per chi le produce". E anche nei Mercati all’ingrosso, il prezzo medio del periodo risulta nettamente inferiore alle scorse stagioni. Una tendenza legata alla riduzione generalizzata dei consumi del prodotto.



Anche se rientra nella categoria della frutta secca, la castagna deve essere gestita a tutti gli effetti come un frutto fresco ed ha bisogno di essere riposta in celle ad atmosfera e/o umidità controllata per mantenere le sue caratteristiche qualitative. Strutture nella disponibilità di poche aziende castanicole italiane. C’è quindi la necessità di dover cedere il prodotto raccolto in poco tempo.

“La crisi attuale è preoccupante - sottolinea Rubinaccio - Il mercato nazionale si è bloccato a seguito dei provvedimenti di chiusura per l’emergenza Covid, che toccano strettamente il mondo dell’Horeca, dei mercatini e delle sagre. Tanta merce rimane invenduta ed i prezzi medi all’origine si sono dimezzati rispetto al medesimo periodo dell’anno scorso. Attualmente parliamo di massimo 2 euro il chilo per le castagne gourmet, quindi di qualità premium. Mentre col prodotto standard si scende a 0,9-1,3 euro il chilo. Certi valori non consentono assolutamente la copertura dei costi aziendali. Serve la definizione di un prezzo di solidarietà”.

"Questa annata 2020, tra l'altro, è caratterizzata da calibri mediamente più piccoli per via della siccità estiva. Ogni consumatore può quindi dare una mano alla filiera produttiva italiana comprando anche le pezzature medio-piccole, e non solo quelle più grandi". 

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