Mele, tre ragioni per essere ottimisti

Ecco cosa è emerso nella nostra diretta Facebook: dati e commenti

Mele, tre ragioni per essere ottimisti
Uno spaccato sulla campagna melicola: dai dati aggiornati sulla produzione all'esordio commerciale, dalle prospettive per i prossimi mesi alle sfide dell'innovazione. "La mela in diretta", trasmessa venerdì scorso sulla pagina Facebook di Italiafruit, è stata ricca di contenuti e spunti (per rivederla potete cliccare qui o sul post al termine dell'articolo). Il quadro produttivo comunitario – come è emerso dai dati presentati da Giulia Montanaro di Assomela – sorride all'Italia, che ha tutte le carte in regola per mettere a segno una grande campagna.



I produttori, come è giusto che sia, parlano di “moderato ottimismo”, ma come ha ricordato Roberto Della Casa (managing director di Agroter e Italiafruit News) quest'anno ci si può spingere oltre. “La mela ha il dovere, non solo l'opportunità, di essere un prodotto di riferimento per l'ortofrutta in questo momento. Ha un alto livello di conservabilità, è popolare anche nei prezzi, è il simbolo dell'aspetto nutraceutico di frutta e verdura: non sono aspetti banali, ma la chiave del successo”.



"Con i numeri che vediamo la campagna si preannuncia abbastanza serena", ha detto il direttore, Alessandro Dalpiaz, che ha poi messo in guardia circa l'entrata sul mercato internazionale di nuovi competitor ai confini con l'Europa: Moldavia, Georgia e Serbia. L'orizzonte di sfida, quindi, si sposta più a est. Ma restando nel Vecchio Continente la mela italiana quest'anno può ritagliarsi nuovi spazi.



“Ci troviamo un conferimento significativo ma abbiamo approcciato un mercato libero dalle mele della scorsa campagna: sono elementi positivi, di favore – ha detto Paolo Gerevini, direttore generale di Melinda e La Trentina – Per Melinda registriamo il secondo conferimento più alto di sempre. L'esordio della campagna è stato positivo, siamo leggermente più avanti rispetto ai piani di decumolo e la reazione del mercato è buona. Ora stiamo affrontando il periodo più di stanca della campagna, ma le prospettive sono interessanti”.

Come Vog abbiamo quantitativi uguali allo scorso anno – ha aggiunto Walter Pardatscher, direttore generale Vog – Marlene - con qualche spostamento all'interno delle varietà: abbiamo per la prima volta più Gala che Golden, come consorzio non abbiamo più una varietà preponderante in senso stretto. Affrontiamo i mercati con un certo ottimismo, il trend che abbiamo registrato nei primi mesi potrà proseguire da qui in avanti”.

“Negli ultimi vent'anni quando la produzione europea è stata sotto gli 11 milioni di tonnellate si sono sempre verificate annate buone – ha ricordato Martin Pinzger, direttore generale Vip – Mela Val Venosta – I valori stimati per il 2020 sono in linea con quelli del 2019, anzi le prime conferme di raccolta danno numeri più bassi nell'Europa occidentale. Una situazione per noi favorevole. Quindi possiamo parlare di moderato ottimismo, solo eventi straordinari come il Covid possono essere un rischio”.



La domanda di mele è sostenuta. Lo ha confermato anche Gianluca Pannullo, coordinatore frutta del gruppo Selex. “I clienti hanno fatto grande richiesta di mele quest'anno, con consumi molto maggiori rispetto al normale. La domanda è alta, vedremo se lo sarà nei prossimi mesi, ma il contesto ci fa credere di sì”.

Un frutto ad alta conservabilità come le mela ben si adatta alle nuove abitudini di consumo degli italiani, che come ha spiegato il direttore commerciale di Selex, Fabio Sordi, dal primo lockdown in avanti hanno ridotto le loro visite ai punti vendita. “Ci attendevamo un rientro alla normalità, con una diminuzione dello scontrino e una ripresa della frequenza di acquisto – ha illustrato il manager – In realtà la frequenza d'acquisto è rimasta più basso rispetto allo storico pre Covid, mentre lo scontrino si è lievemente abbassato per poi rialzarsi negli ultimi giorni. Questo ha portato a un cambio importante nel mix di vendita, i nostri clienti hanno prediletto prodotti base e ad alta conservabilità, in ortofrutta come nel resto del negozio. I prodotti di impulso – ha concluso Sordi – in tutte le categorie hanno avuto una battuta di arresto”.


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