Nocciole, cosa succede in Italia e in giro per il mondo

L'analisi dei dati Inc: raccolte, stock e consumi per tutti i Paesi produttori

Nocciole, cosa succede in Italia e in giro per il mondo
Buone notizie per gli amanti delle nocciole italiane. Dopo il crollo produttivo della scorsa campagna, causato dalle condizioni climatiche sfavorevoli nella fase di impollinazione, quest’anno la produzione nazionale raggiunge le 140mila tonnellate, ovvero il 52% in più. A dirlo sono le stime produttive aggiornate dell'International Nut & Dried Fruit Council (Inc), organizzazione mondiale che aggrega le principali industrie del settore della frutta secca ed essiccata che, la scorsa settimana, si è riunita in un evento digitale durato tre giorni. 

I numeri crescenti rafforzano la posizione dell'Italia nella classifica dei principali produttori mondiali di nocciole. Siamo infatti secondi solo alla Turchia che, a differenzia del nostro Paese, quest'anno riduce i volumi prodotti del 21% a 640mila tonnellate. La terza posizione dello stesso ranking è occupata a pari merito da Georgia e Usa con circa 60mila tonnellate di raccolto, in aumento rispettivamente del 36% e del 29% rispetto alla campagna precedente. 




Georgia e Usa scavalcano entrambi l’Azerbaigian, che l’anno scorso era salito fino al terzo gradino del podio con 47mila tonnellate. La produzione corilicola delle aziende azerbaigiane cresce infatti di sole tremila tonnellate e si porta così a quota 50mila tonnellate, precedendo comunque il Cile (39mila ton, +0,5%) e la Cina (25mila ton, +51%).

Ma a quanto ammonta la produzione mondiale? L’Inc parla di 1,07 milioni di tonnellate, più o meno le stesse quantità prodotte globalmente l’anno scorso, conclusosi con 1,12 milioni di tonnellate. Sommando a questo ammontare le (scarse) giacenze presenti nei magazzini delle industrie alla fine della campagna 2019/20, si arriva ad un’offerta complessiva di circa 1,16 milioni di tonnellate. Un volume che il mercato non dovrebbe avere grosse difficoltà ad assorbire nel lungo periodo, come attestano gli scarsissimi ending-stock previsti per il termine della campagna (giugno/luglio).   



Nell'ambito della riunione dell'Inc sulle nocciole, il delegato turco Hasan Sabir ha sottolineato come la Turchia abbia esportato oltre 340mila tonnellate di prodotto sgusciato nella stagione 2019/20. La nuova stagione commerciale si è però aperta con un deciso rallentamento dell'export. Anche se tale andamento non desta preoccupazione, poiché le performance dell'autunno 2019 sono state “drogate” dalla svalutazione che ha registrato la lira turca in quel periodo.

Nelle prime 10 settimane di attività di questa stagione, le spedizioni turche di nocciole sgusciate sono comunque scese di circa 45mila tonnellate (-40%) con i prezzi Free on board (esenti da dazi e costi di trasporto) che viaggiano attualmente intorno ai 0,7 dollari il chilo. Un trend che, secondo diversi addetti ai lavori che abbiamo contattato, è condizionato anche dagli acquisti che la Tmo - azienda di stato turca - ha realizzato sino a fine ottobre, che ha portato le grandi industrie mondiali a ritardare gli acquisti di nocciole. 

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