Clementine, pezzatura e pigmentazione limitano i mercati

Il quadro della campagna con Oliva Agrumi (Cosenza), più valore al Navelino calabrese

Clementine, pezzatura e pigmentazione limitano i mercati
Se lo scorso anno il mercato delle clementine è andato in sofferenza a causa degli scarsi quantitativi disponibili, quest’anno il problema sembra essere un altro: la pezzatura piccola.

“Stiamo raccogliendo una gran quantità di clementine di calibro 4 e 5 ma non più grandi – spiega a Italiafruit News Ferdinando Parrotta, responsabile commerciale di Oliva Agrumi – i frutti non vanno in maturazione a causa delle temperature ancora troppo alte: siamo quasi a fine novembre e ci sono ancora 20 gradi. Lo scorso anno c’era meno prodotto ma le temperature erano costanti di giorno e con uno sbalzo termico notevole la notte, quest’anno invece siamo di fronte a temperature fuori dal normale: a cavallo di agosto e settembre non ci sono praticamente state piogge e la crescita dei frutti si è completamente bloccata”.



E continua: “Il fatto di raccogliere solo clementine di calibro piccolo, rallenta notevolmente la lavorazione. Per ottenere frutti dal calibro 2 o 3, quelli richiesti in Italia, dobbiamo lavorare molti quintali al giorno. Per fortuna quest’anno i volumi disponibili sono maggiori, finora abbiamo raccolto solo il 20% di tutta la produzione: speriamo che a dicembre, complici le piogge, si possa ottenere un calibro più grosso”.

Un’altra problematica che affligge le clementine è la pigmentazione, quest’anno abbastanza scarsa.
“Siamo a un bivio – commenta Parrotta – perché se in Italia i consumatori non fanno problemi sul colore ma vogliono un calibro grosso; al contrario all’estero si accontentano anche del calibro piccolo ma non transigono sulla colorazione imperfetta. E’ per questi motivi che i mercati sono rallentati, non tanto per le dinamiche del Coronavirus. L’epidemia per noi ha inciso solo sul 20% della clientela, soprattutto per l’Horeca e per le mense scolastiche che fornivamo in Polonia”.

Ferma per l’azienda la commercializzazione con la Gdo. “Al momento siamo in sospeso, con questo esubero produttivo non è il caso di entrare in Gdo – sottolinea il commerciale – abbiamo mantenuto la fornitura solo a qualche supermercato di Genova. Si tratta di punti vendita che non hanno difficoltà nelle vendite, considerata la loro dimensione piccola sui 600 metri quadri, in questo momento favorita dai consumatori rispetto alle superfici più grandi”.



Arance, favorite dal ritratto salutistico

Già iniziata anche la campagna delle arance Naveline, di cui l’azienda ne coltiva un totale di tre varietà. “Quest’anno la richiesta di arance ha superato quella di clementine grazie al loro alto contenuto di vitamina C, ricercatissima in questo periodo– dice Parrotta – considerati questi motivi e la scarsa produzione, le vendite sono alte e i prezzi sostenuti”.
E continua: “Si tratta di arance di pezzatura media, i cui quantitativi bastano solo per il mercato italiano. In generale oggi le coltivazioni di arance nella nostra zona sono molto inferiori rispetto a quelle di 20 anni fa. In molti casi gli aranceti sono stati abbattuti a causa dei prezzi troppo bassi e sostituiti con la produzione di clementine. Nel 2020 chi ha una coltivazione di arance tende a mantenerla e vende ogni anno sempre allo stesso prezzo”.

Navelino calabrese, necessaria una valorizzazione sui mercati

“Se vogliamo imparare a valorizzare il nostro territorio, dobbiamo capire che il Navelino calabrese non ha niente da invidiare a quello siciliano – specifica Parrotta – altrimenti rischiamo che il nostro prodotto venga acquistato e rivenduto come altro. Attualmente la Sicilia acquista circa il 60% dei navelini calabresi per rivenderli come prodotti siciliani a prezzi fuori dal mercato di acquisto. Un comportamento che deriva da una produzione siciliana insufficiente ma che deve comunque rispondere ai quantitativi di forniture già accordati prima della stagione”. 



E i prezzi sul mercato? “Sia per clementine che per le Naveline stiamo registrando prezzi sostenuti – conclude il commerciale – Sulle clementine possiamo dire che le quotazioni di quest’anno, per la mancanza di giusta pezzatura, possono essere paragonate ai prezzi che avevamo lo scorso anno per la mancata produzione. A dicembre, appena avremo frutti dal calibro più grosso, i valori saliranno. Per quanto riguarda le clementine, ora stiamo facendo un lavoro di raccolta selezionata, stiamo togliendo il fiorone di pezzatura 1 e 2: a fine anno sarà la pezzatura 3 a far pesare l’ago della bilancia in positivo o negativo. Non ci rimane che sperare in uno sblocco del mercato estero e che, a seguito delle avverse condizioni atmosferiche riscontrate nei giorni scorsi in tutta la Calabria, le temperature si mantengano basse per evitare che il frutto subisca dei danni irreversibili. Dopo le piogge dei giorni scorsi, infatti, uno sbalzo termico potrebbe causare dei difetti sulla buccia fino a comprometterne la qualità e determinare un declassamento, secondo quanto previsto dalle norme di commercializzazione".

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