«Ortofrutta italiana, ora serve più organizzazione»

Paolo De Castro al Comagri Report 2020: le novità per aiuti Covid e Pac

«Ortofrutta italiana, ora serve più organizzazione»
"Per supportare le imprese ortofrutticole colpite dalla crisi-Covid abbiamo innalzato al 70% la quota di cofinanziamento rendendo immediatamente disponibili risorse Ocm senza impegno da parte dei privati, delle aziende, delle cooperative e associazioni di produttori, ma serve uno sforzo da parte del settore per incrementare l'aggregazione e migliore l'organizzazione commerciale: passi avanti ci sono stati per le pere, con Orgine e Opera e per le mele, ora è tempo che anche gli altri comparti evolvano". Lo ha detto Paolo De Castro, coordinatore S&D alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo, rispondendo a una domanda di Italiafruit News in occasione del Comagri Report 2020 di venerdì, organizzato in modalità online. 
Un'occasione per fare il punto sulle ultime novità legislative del Next Generation Eu per lo Sviluppo Rurale e della riforma della Politica agricola comune.



De Castro, relatore per il Parlamento Ue del Next Generation Eu, ha ricordato che grazie all'accordo raggiunto sul bilancio europeo 2021-2027, è stato messo nero su bianco l’impegno preso con i produttori per garantire due anni di estensione dell’attuale Pac; già da gennaio 2021, ha aggiunto, saranno disponibili oltre 8 miliardi di euro a sostegno del settore agricolo, duramente colpito dalla pandemia da Covid-19. 
 
Oltre a questa dotazione, che per l'Italia è pari a 925 milioni di euro, nel 2021 gli agricoltori europei potranno beneficiare di ulteriori 2,6 miliardi derivanti da un anticipo dei fondi per lo Sviluppo rurale, per un totale di oltre 10 miliardi di euro, con una quota nazionale per l’Italia pari a 1,22 miliardi; quota che, con il co-finanziamento nazionale, potrà come minimo essere raddoppiata. Tocca ora agli Stati membri rendere questi fondi disponibili in tempi brevi tramite i piani di sviluppo rurale. Ma la frammentazione è un'incognita: la base agricola nazionale è composta da aziende piccole (circa due su tre) e il rischio di una frantumazione del pacchetto risorse in aiuti a pioggia poco produttivi è concreto.
 
Ai giovani agricoltori e allo sviluppo socio-economico delle zone rurali dovrà essere dedicato almeno il 55% dei fondi per sostenere investimenti in innovazione, agricoltura di precisione, maggiore sicurezza sul lavoro, energie rinnovabili ed economia circolare, filiere corte. Un altro 37% di risorse aggiuntive, dovrà invece essere investito in pratiche ad alto valore aggiunto ambientale, quali l’agricoltura biologica, la riduzione delle emissioni agricole di gas serra, la conservazione dei suoli, il miglioramento della gestione idrica e il benessere animale.
 
Previsto inoltre il rafforzamento delle misure di gestione del rischio, con l’abbassamento dal 30 al 20% delle soglie minime di perdita di reddito o produzione per poter attivare i fondi mutualistici contro le avversità climatiche, e lo strumento di stabilizzazione del reddito aziendale. Ancora, ha aggiunto De Castro, è stata estesa la misura straordinaria di sostegno alla liquidità delle aziende agricole che potranno ricevere fino a 5mila euro di sostegno anche nel 2021, così come i programmi operativi per ortofrutta e apicoltura che dureranno fino al 31 dicembre 2022. 
Innovazione, ricerca, new breeding techonologies, infrastrutture sono, insieme alle aggregazioni, i punti essenziali per non disperdere gli aiuti.



Sempre venerdì la Commissione Europea ha reso pubbliche le raccomandazioni in merito ai contenuti dei Piani Strategici per la futura programmazione della Pac che gli Stati Membri, tra cui l’Italia, stanno redigendo.
 
Nella comunicazione viene ribadita in primo luogo la necessità che il Piano Strategico Nazionale per la Pac sia in linea con il Green Deal, indicando in modo esplicito l’obbligo di riportare i target delle strategie F2F e Biodiversità declinati a livello nazionale nei Piani.
 
La Commissione Europea, nel documento di lavoro destinato al nostro Paese, sottolinea i nodi dell’agricoltura italiana ancora da risolvere, sia sotto il profilo sociale che ambientale: dall’annosa questione dei titoli storici che impediscono una equa distribuzione del reddito, al calo della biodiversità delle aree agricole, all’utilizzo ancora eccessivo di pesticidi.
 
L’Europa chiede quindi al nostro Paese un impegno sostanziale, attraverso gli interventi del Piano Strategico Nazionale a favorire l’agricoltura biologica, ridurre l’uso di fitofarmaci e fertilizzanti, diminuire le emissioni zootecniche, intervenire per migliorare il benessere animale e la conservazione della biodiversità negli agroecosistemi, per ridurre il rischio idrogeologico. 

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