Morìa, i danni nel Lazio: persi almeno tremila ettari

Aspal: «I 4 milioni di euro stanziati dalla Regione non possono bastare»

Morìa, i danni nel Lazio: persi almeno tremila ettari
La moria del kiwi avanza e fa sempre più paura. Come sottolinea l’Aspal, l’Associazione produttori agricoli del Lazio, questa Regione ha perso nelle ultime annate circa 3mila ettari di actinidieti dedicati a varietà sia verdi che gialle. Per un danno stimato di almeno 100 milioni di euro, considerando soltanto le perdite di produzione. 

“Il problema è che il fenomeno della morìa non si ferma. I frutteti di kiwi continuano e continueranno a seccarsi, siamo quindi molto preoccupati per il futuro”, dice a Italiafruit News il presidente dell’associazione, Stefano Giammatteo. Il quale ritiene “assolutamente esigua ed irrisoria” la somma di due milioni di euro l’anno per il biennio 2021/22 che la Regione Lazio ha appena stanziato per sostenere le imprese colpite dalla morìa.

“Apprezziamo l’impegno e la sensibilità dell’Amministrazione regionale in questo periodo di crisi finanziaria e sanitaria, ma dobbiamo anche dire che l’importo stabilito non consentirà minimamente di far fronte all'enorme danno che hanno subito tanti coltivatori di kiwi laziali, con perdite di reddito e di posti di lavoro, aggravate anche dalla attuale situazione di pandemia. Quattro milioni sono come una mosca in una stanza, per fare un paragone”.



“Ci teniamo a ricordare che il Lazio è la Regione leader in Europa nella produzione di kiwi con 12mila ettari coltivati, tra varietà a polpa verde e gialla. Di questi, a causa della morìa, ne abbiamo già persi tremila con un danno di oltre 100 milioni di euro”. A fronte di tale situazione, il consiglio direttivo dell’Aspal raccomanda agli organi regionali e ministeriali di trovare risorse economiche aggiuntive nel corso dei prossimi mesi, stando in ogni caso attenti a non penalizzare i produttori medio-piccoli nella fase di distribuzione dei fondi.

“Occorre garantire dei criteri e delle modalità di assegnazione delle risorse che non vadano sempre a privilegiare i soliti colossi agricoli del nostro territorio a scapito dei piccoli e medi coltivatori di kiwi, come già avvenuto nel periodo 2010-2012 con la graduatoria dei danni subiti dalla batteriosi del kiwi”, precisa Giammatteo. 

Che conclude: “Le istituzioni regionali e nazionali devono considerare che oltre l'80% di tutta la filiera laziale del kiwi e dell'indotto collegato è costituito da piccoli e medi produttori. I quali vanno rispettati. Bisogna trovare una soluzione equa e giusta per tutte le aziende colpite, senza privilegi per nessuno, onde aiutare gli agricoltori che ne hanno veramente bisogno”.

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