Sprechi alimentari tra i responsabili dell'inquinamento

Sprechi alimentari tra i responsabili dell'inquinamento
Sprecare cibo non solo ha risvolti etici ed economici, ma contribuisce anche all’inquinamento globale: è responsabile di 4,8 miliardi di tonnellate di gas serra emessi nell’atmosfera, per un consumo di acqua pari a 180 miliardi di metri cubi. A mettere a fuoco la situazione è la World organization for international relations (Woir) che rivela come lo sperpero multiplo delle risorse legato al mondo alimentare, comprese quelle usate per la produzione —energia, acqua — e quelle utilizzate per lo smaltimento dei rifiuti, sia in grado di aggravare ulteriormente la piaga dello spreco di cibo.

Per questo l’obiettivo delle Nazioni Unite di mettere fine alla fame entro il 2030, raggiungendo la sicurezza alimentare, migliorando la qualità della nutrizione e promuovendo l’agricoltura sostenibile, è visto con ulteriore speranza. Porterà anche “a una minore deforestazione e alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, fermando l’innalzamento delle temperature sotto i 2° C, il punto limite oltre il quale si avranno effetti catastrofici sull’ambiente mondiale”, spiegano da Woir.

Ma la strada è ancora lunga. Le ultime evidenze indicano che ogni anno oltre un terzo del cibo prodotto in tutto il mondo venga gettato. Si sprecano 1,4 miliardi di tonnellate di generi alimentari per un costo di circa 800 miliardi di dollari. Si contano “850 milioni di uomini, donne e bambini che soffrono di denutrizione in 55 Paesi, 150 milioni di persone che soffrono di insicurezza alimentare acuta e 700 milioni le persone che vanno a letto quasi sempre a stomaco vuoto”, riporta Woir. 

La zona più colpita è quella che va dal Burkina Faso, alla Nigeria nordorientale, al Sudan del Sud, il cosiddetto “triangolo rosso”. Ma ci sono altri 20 Paesi ad alto rischio se non si interviene per scongiurare carestia e fame acuta, come lo Yemen, fiaccato dalla guerra civile e dall’invasione di locuste che ne distruggono i raccolti. “Certo l’umanità ha fatto grandi progressi nella riduzione della fame. Rispetto ai primi degli anni Novanta — seppure vi sia stato l’aumento di quasi 2 miliardi della popolazione mondiale — sono ben 300 milioni le persone che non soffrono più la fame”, dicono da Woir. Ma siamo lontani da una veloce risoluzione del tema.

Fonte: Repubblica.it