«Mercato imprevedibile: quant'è difficile fare il grossista»

Di Silverio (Centro agroalimentare Piceno): trend altalenante e marginalità a rischio

«Mercato imprevedibile: quant'è difficile fare il grossista»
Un mercato difficile, quasi schizofrenico, che richiede doti imprenditoriali sempre più affinate: sono tempi duri per i grossisti ortofrutticoli, chiamati a gestire una domanda imprevedibile, con picchi e ricadute, giornate intense che si alternano ad altre - la maggior parte - caratterizzate da molta merce invenduta. Un up e down che rischia di intaccare ricavi e marginalità.

"Difficile programmare e far quadrare i conti - spiega Corrado Di Silverio, imprenditore e vicepresidente della società di gestione del Centro agroalimentare Piceno di San Benedetto del Tronto - perché ci sono sedute vivaci, caratterizzate da richieste significative di prodotto  e altre in cui tutto è fermo o quasi; difficile, in queste condizioni, calibrare al meglio gli ordinativi, capire cosa e quanto caricare in un momento in cui, oltretutto, la qualità della materia prima non è eccezionale". 



L'operatore fa riferimento in particolare alle fragole di Campania e Basilicata, che risentono anche delle super-offerte di alcune catene distributive ("come facciamo a vendere al prezzo giusto se ci ci sono distributori finali che le offrono a 1,29 euro per vaschetta da mezzo chilo?") ai carciofi ("hanno avuto problemi causati dal freddo, molte partite sono imperfette e a ciò si aggiunge l'invasione di prodotto estero a prezzi bassi") e agli agrumi Made in Italy ("solo ora sono in lieve ripresa dopo una lunga fase di crisi").



"Lo stop dell'Horeca - prosegue l'imprenditore marchigiano - continua inoltre a costituire un grave handicap; per il Centro agroalimentare Piceno il settore ricettivo e i pubblici esercizi valgono il 40% circa del business e al momento è tutto fermo. E anche quando si ripartirà, ci vorrà tempo per tornare alle condizioni ante-Covid".


"Sarà una Pasqua difficile - incalza Di Silverio (foto sopra) - e già ora alcuni articoli di stagione soffrono come asparagi, fave e gli stessi carciofi che, rispetto al marzo dello scorso anno, si vendono molto meno, all'incirca la metà; in generale, il numero degli atti di vendita è aumentato ma i quantitativi per singolo acquisto sono in netta flessione, a testimonianza del fatto che i clienti, dettaglianti e non, sono cauti e non vogliono avere troppo magazzino. Non resta che confidare nella stagione estiva - conclude il grossista - quando il turismo potrebbe ridare slancio: ce lo auguriamo tutti".

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