Radicchio, una campagna senza grandi squilli

Furiani (Geofur): mercato interno tra alti e bassi, export migliore dello scorso anno

Radicchio, una campagna senza grandi squilli
Un mercato tranquillo, migliore rispetto a quello dell'analogo periodo dello scorso anno ma senza grandi squilli: è l'analisi di Cristiana Furiani, titolare dell'azienda veronese Geofur che commercializza le principali tipologie di radicchio. "La qualità del prodotto è buona, la raccolta invernale è terminata da tempo ma disponiamo ancora di tutte le varietà, con il solo rosa in fase di esaurimento", spiega l'imprenditrice veneta, presidente del Consorzio di tutela del Radicchio di Verona Igp. "Attendiamo l'entrata in scena del prodotto primaverile, ad aprile, al momento in linea con le tempistiche di una stagione normale, per vedere se si creeranno le condizioni per un maggior dinamismo". 



"Dodici mesi fa, appena scoppiata la pandemia - aggiunge Furiani - la situazione era complessa e difficile, c'era molta confusione; adesso le cose vanno meglio sui mercati esteri, che si dimostrano abbastanza ricettivi malgrado gli effetti della pandemia sulle aperture di esercizi della ristorazione e altri segmenti dell'Horeca, mentre la richiesta interna procede tra alti e bassi, anche in questo caso per effetto delle chiusure del canale Horeca e dell'incertezza che accompagna questa ulteriore fase di lockdown".



I prezzi, non entusiasmanti ma comunque dignitosi, riflettono queste dinamiche. "Ci auguriamo che la situazione, una volta che i vaccini avranno iniziato a produrre i loro effetti, possa tornare quanto prima alla normalità - conclude Furiani - noi intanto continuiamo a presidiare il mercato e a essere punto di riferimento per le richieste dei retailer che operano in Italia e non solo".  



Geofur, che dispone delle principali certificazioni, punta da tempo sul fattore innovazione, proponendo confezioni mix di radicchi e assegna priorità alla sostenibilità insieme agli altri partner della Rete d'imprese "La Grande Bellezza". Ha inoltre differenziato la produzione con referenze alternative quali cavoli, zucche e angurie.

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