Almería, come funzionano le serre più famose del mondo

Nel distretto produttivo spagnolo convive un mix di risorse naturali e tecnologia

Almería, come funzionano le serre più famose del mondo
Sono l’unica struttura realizzata dall’uomo visibile dallo spazio, oltre alla Muraglia Cinese. Stiamo parlando delle serre di Almería, la più grande distesa di plastica al mondo che ha il suo centro nel comune di Ejido. 


Come spiega il giornalista Francis Lorenzo del canale spagnolo Rtve nel servizio dedicato alle strutture di Almería ,“qui si coltivano i migliori ortaggi, verdure e frutta consumati in Europa: si contano oltre 70 aziende per un totale di circa 1.300.000 tonnellate di ortaggi commercializzati. Questa zona può contare su tremila ore di sole all’anno ma deve fare i conti con due grandi problemi: la scarsità d’acqua e i forti venti”.



Fattori che l’uomo ha imparato negli anni a trasformare in risorse attraverso l’installazione delle serre.
“La nostra terra è arida ma allo stesso tempo c’è molto vento, che negli anni si è trasformato nella nostra principale risorsa. Aprendo le strutture, il vento passa dentro le serre, asciugando tutta l’umidità prodotta dalle piante durante il processo di evapotraspirazione”, sottolinea la produttrice Lola Gómez intervistata dal giornalista spagnolo. E continua: “Inoltre dentro le serre l’acqua non evapora e se ne usa sei volte di meno rispetto all’agricoltura tradizionale”.



Se i peperoni rappresentano il 75% della produzione di ortaggi ad Almería, sono molto diffusi anche cetrioli e pomodori.
L’azienda di Gómez rientra tra le best practices del distretto spagnolo, dato che da anni per la coltivazione dei suoi cetrioli non utilizza alcun insetticida. “I nostri cetrioli sono una coltivazione del tutto sana – precisa la produttrice – per tenere sotto controllo le nostre piante ci basta un’analisi settimanale sulle foglie tramite una specifica lente: in questo modo registriamo gli insetti e le eventuali malattie presenti”.



Una serra più moderna è dedicata da  Gómez ai pomodori, “l’ortaggio più consumato in Spagna” dice il giornalista. La produttrice ne elenca i punti di forza: colture fuori suolo che crescono sulla fibra di cocco, un prodotto del tutto organico e sostenibile; irrigazione automatica; canaline per un recupero totale dell’acqua e dei nutrienti, con cui si evita anche la contaminazione della terra con i fertilizzanti.



Conosciuta in tutto il mondo per le sue coltivazioni serricole, ad Almería arrivano produttori anche dall’Australia, pronti ad imparare i segreti delle aziende spagnole.
Ad esempio il colore bianco con cui vengono ricoperte le strutture: “Da oltre 30 anni dipingiamo le serre con la calce bianca – conclude Gómez – questa colorazione ci permette di creare ombra e donare freschezza, in modo da proteggere le colture dall’eccessivo calore”.

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