Dall'edilizia all'ortofrutta, la storia di un produttore

Dall'edilizia all'ortofrutta, la storia di un produttore
Fra innovazione e tradizione nel rispetto dell’ambiente e per la tutela di ogni varietà di ortaggi antichi. C’è tutta una filosofia nell’intensa attività di un ex piastrellista e muratore che per passione, ereditata dal nonno Enrico, ha deciso di dedicarsi all’agricoltura e alla biodiversità, oggi tanto messa in pericolo. Parliamo di Antonio Zambotti, 47 anni, ma che dall’aspetto con la sua barba brizzolata sembrano molti di più; per passione all’età di 38 anni ha lasciato la sua professione per dedicarsi all’agricoltura, puntando da subito sulle colture biologiche. Partendo dal nulla ha dovuto pensare a tutto, dai campi, all’attrezzatura, alle serre. Ma per partire con il piede giusto ha frequentato il corso di 600 ore organizzato dalla Fondazione Mach. «Un sacrificio - afferma - perché durante il giorno andavo a scuola e alla sera a lavorare come piastrellista. Un corso molto interessante che mi ha dato le basi per diventare imprenditore agricolo biologico».

Con il brevetto in mano ha poi potuto presentare domanda per ottenere il premio d’insediamento prima di compiere i 39 anni. «Un aiuto molto importante perché mi ha permesso di attrezzarmi e pianificare l’azienda come volevo, certificata biologica con l’Icea, perché sono convinto che sia questa la strada da seguire sia per la nostra salute, per quella dei nostri figli, ma anche per quella dell’ambiente».

Lo sviluppo dell’azienda

Nell’arco di pochi anni, partendo da una piccola azienda biologica di proprietà della zia, ha messo assieme l’azienda agricola biologica “La Canal”, realtà di tutto rispetto con 4 ettari fra frutteti e ortaggi. Zambotti, pur con grandi sacrifici, si è organizzato da subito per vendere tutte le sue produzioni direttamente al consumatore: i prodotti a km zero. Il canale principale è stato quello della Campagna Amica. «La mia scelta è precisa, ovvero vendere sempre e solo prodotti freschi di stagione, salvo quelli a lunga conservazione come mele, noci e patate; una caratteristica della mia bancherella è quella che come minimo si trovano una ventina di prodotti. Certo, per avere verdura ad ogni stagione ho dovuto attrezzarmi e nell’arco degli anni costruire 4 serre da 250 metri quadrati e due da 1000 metri quadrati. In parte sono riscaldate per avere verdure fresche anche l’inverno, ma anche per produrre le piantine». La scorsa settimana, ad esempio, ha messo a dimora 2000 piante di pomodoro, di diverse varietà.

«Certo - precisa - la nostra è un’attività all’aperto, con tutto quello che ne consegue. Quest’anno, ad esempio, le gelate mi hanno tolto quasi il 100% delle albicocche, oltre il 90% delle ciliegie, ma anche per mele nei frutteti che si trovano in zone più esposte al freddo la produzione è quasi azzerata. Per fortuna hanno resistito le noci che per noi del Bleggio è un frutto molto importante. Prova ne sia che in un’annata normale ne produco un centinaio di quintali, in larga parte della nostra ottima varietà, la Bleggiana, ma anche un po’ di Franquette, una varietà francese che aveva già piantato mio nonno che per primo aveva realizzato anche un essicatoio». Chiediamo ad Antonio se dopo 7 anni è pentito della scelta: «Ogni tanto mi domando se ho sbagliato, perché a fare l’artigiano avrei avuto più tempo libero, ma non c’è dubbio che rifarei la scelta».

I progetti futuri

«Il mio primo obiettivo è quello di ottenere presto i permessi-che mi hanno fatto penare per razionalizzare la mia azienda con un laboratorio interno in modo da poter creare tutti i trasformati in casa. E’ uno strumento molto utile che mi permette di valorizzare tutti i prodotti che non riesco a vendere freschi». I prodotti dell’azienda sono moltissimi: oltre una trentina fra frutta e ortaggi, ma coltiva anche le verdure di una volta, come i “farinei” una specie di spinaci naturali, e le ortiche. In questo periodo ci sono dei clienti che arrivano per comperare le ortiche per fare risotti ed altro. Ma in azienda alleva anche le galline ovaiole e i conigli, come le famiglie contadine di una volta vuole essere autosufficiente. «Certo, non è cosa semplice ci vuole impegno e dedizione, ma poi i risultati si vedono», afferma Zambotti. Determinante in questi anni è stato l’aiuto di mamma Angela, ma un aiuto viene anche dalla figlia universitaria e dal figlio piccolo, che frequenta le scuole medie, mentre la seconda figlia di lavoro fa la parrucchiera.

Fonte: Giornale del Trentino