Nocciole, Italia verso volumi da minimo storico

Ecco le previsioni di Lazio e Campania. Valentini (Assofrutti): «Il gelo ha fatto un disastro»

Nocciole, Italia verso volumi da minimo storico
“E’ un disastro”: non usa mezzi termini Benedetto Valentini, responsabile tecnico di Assofrutti - Organizzazione di produttori di nocciole con sede a Caprarola (Viterbo) - per commentare le stime produttive dei noccioleti della Tuscia. A causa delle gelate dell’8 e 9 aprile, quest’anno la produzione corilicola crollerà vistosamente rispetto ai dati storici. 

“La previsione attuale è quella di raccogliere soltanto 15mila tonnellate. Bisognerà poi vedere quante di queste nocciole saranno piene e la loro qualità. Ma questo lo capiremo verso il 15 luglio”, sottolinea a Italiafruit News.

Si tratta quindi una situazione veramente disastrosa per il Lazioprima regione produttiva d'Italia. “Quest’anno, purtroppo, ci sono migliaia di ettari dove non si raccoglierà una nocciola dopo il gelo notturno d’inizio aprile - continua Valentini - che ha interessato il territorio con temperature minime comprese tra meno 6 e meno 10 gradi centigradi”.



Valentini, che lavora in Assofrutti dal lontano 1989, dice di non ricordare un’annata peggiore in termini quantitativi. “A seconda delle annate, il potenziale produttivo del nostro areale si aggira sulle 45-50mila tonnellate. Per ricordare una produzione di 15mila tonnellate dobbiamo tornare a quando i noccioleti non c’erano”. A livello di calendario stagionale, i frutti sono più o meno in linea con i normali tempi di crescita. “Prevediamo che la raccolta potrà partire dai primi di settembre”, conclude.

Anche in Campania il gelo si è fatto sentire. “Sulle piante manca il 40-50% dei frutti rispetto ai dati storici. Può darsi che la Regione possa arrivare ad una produzione di 20mila quintali, ma non tutti sanno raccolti e commercializzati”, rileva a Italiafruit News Giampaolo Rubinaccio, produttore campano dell’Irpinia

Il contesto internazionale lascia pochi margini di manovra alle aziende italiane. Chi vorrà lavorare dovrà acquistare necessariamente il prodotto dall’estero, in particolare dalla Turchia che “prevede una produzione ordinaria al di sopra dei 6 milioni di quintali. Ai quali vanno aggiunti 1,45 milioni di quintali che sta conservando la Tmo”, conclude.

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