Alla scoperta del Banco Fresco 2.0

Il punto vendita di Crema segna un cambio di passo anche per l'ortofrutta

Alla scoperta del Banco Fresco 2.0
Una versione di Banco Fresco "2.0", innovativa rispetto al passato, quella che ha recentemente inaugurato a Crema. L’insegna ha avuto modo di studiare il mercato italiano e ora si appresta a nuove aperture: un tris in due mesi che porta con sé valore per il territorio e nuove opportunità di lavoro grazie all’inserimento di 40 risorse a Crema, le prime di 240 assunzioni nel 2021 per un totale di sei nuovi negozi. Attualmente i negozi si appoggiano a una piattaforma distributiva esterna ma c’è in progetto, nel giro di due anni, di averne una di proprietà. 

La nuova struttura inaugurata a Crema si trova in via Milano angolo viale Europa ed è aperta tutti i giorni dalle 8.30 alle 20.30. In questa zona, tra l'altro, sono presenti il centro commerciale di Coop "Gran Rondò", tre discount delle catene Lidl, Eurospin e Penny Market e due superstore di Conad e Selex.



Il negozio si estende su 1.000 metri quadri; di questi circa 500 mq sono destinati all’ortofrutta. Nel complesso il negozio conta circa 3.250 referenze totali, con un ultra-specializzazione sui freschi e freschissimi. Frutta e verdura per l’insegna, come dichiarato a più riprese dal direttore generale Riccardo Coppa, sono il core business del negozio. 

Perché allora Banco Fresco 2.0? Di certo anche in chiave di layout si vede come, rispetto al 2018 (primo negozio in Italia), le cose sono cambiate. C’è stato in pratica uno switch, un capovolgimento del negozio, un ribaltamento dei freschi. Entrando in negozio dopo la panetteria (che funge anche da bar) si trovano subito le isole e banchi Self con formaggi, salumi, carne e pesce e sulla sinistra i banchi assistiti mentre, nella prima versione quest’ultimi erano rilegati in fondo al negozio (come si vede nelle due piantine qui sotto). 

Il layout è molto pulito, con strutture orizzontali e basse che, con un colpo d’occhio permettono  di avere una visione d'insieme dell’intero negozio. L’ortofrutta non è cambiata più di tanto e a livello di layout si trova sempre dalla metà fino alla fine del negozio, come accade negli ipermercati. 

Analizzando il reparto, in prima battuta troviamo un’interessantissima isola dedicata alla frutta esotica e tropicale, forse unico nel panorama Italiano, sia come assortimento che come centralità del reparto. Segue un’isola di frutta, due e mezzo di ortaggi oltre a una mezza isola di IV e V gamma che, a prima impressione, sembra sia più per un servizio che un’offerta assortimentale. Conclude il reparto una bellissima isola dedicata (in piccola parte) a frutta secca e soprattutto a frutta disidratata, legumi, tè e tisane, il tutto sfuso, un po' come nelle drogherie di inizio ‘900. Un bel salto nel passato.



La prima impressione una volta entrati, è senza dubbio quella di un grande mercato coperto. "Non siamo una boutique - precisa Coppa - a livello di prezzi ce n’è per tutte le tasche, dal pomodoro da 14 euro al chilo per un consumatore più esigente a quello da 2 euro al chilo, anche se non ci piace il termine primo prezzo” vogliamo rappresentare il miglior rapporto qualità prezzo". 

"Non ci piacciono le etichette e per questo - continua il manager - evitiamo il biologico o l’italianità a tutti i costi: per noi l’importante è che sia il miglior prodotto disponibile in termine di qualità/prezzo presente in quel preciso momento sul mercato; a parità di qualità preferiamo servirci di prodotto italiano, ma se il prodotto non compete preferiamo altro". Esempio che ci era stato proposto al momento della nostra visita: "I mirtilli in questo momento sono solo marocchini e per le fragole su quattro referenze solo una è italiana”. 



Incuriositi da queste parole abbiamo provato a contare le referenze: per la frutta solo 19 su 95 sono italiane (anche se è evidente il peso dell’esotico) mentre, per la verdura 73 su 130, il 41% complessivo, mentre vi è la completa assenza di referenze biologiche.

Una delle altre caratteristiche è la valorizzazione del territorio: "Siamo alla costante ricerca - prosegue il manager - delle eccellenze dell’area in cui operiamo e non solo e per questo abbiamo creato una linea su tutti i prodotti presenti nello store chiamata Le Chicche Dell’Italia, con tutte le particolarità nei freschi che valorizzano una piccolissimo territorio, ad esempio patate di Breme, sedano rosso di Orbassano, l’asparago rosa di Mezzago, peculiarità di alcuni territori, a volte dimenticati dalla Gdo".


 
A livello assortimentale, abbiamo rilevato 225 referenze di frutta e verdura di prima gamma, di cui 95 frutta e 125 verdura. Da notare come 45 referenze di frutta siano di esotico e tropicale che, come detto prima, è un caso più unico che raro (assortimento medio 10-20 al massimo), di cui fanno parte referenze sconosciute al consumatore medio; per questo meriterebbero senza dubbio una comunicazione ad hoc sull’uso. Spostandoci sulle verdure (la quasi totalità sotto nebulizzatori) abbiamo notato grandi profondità assortimentali: per fare due esempi pomodori e zucchine, oltre alle insalate sfuse.        



I prodotti di IV e V gamma hanno un ruolo, come nei precedenti negozi, del tutto marginali con una numerica assortimentale molto ridotta, a livello di un negozio di vicinato. Abbiamo contato 32 referenze di quarta gamma, 25 di quinta gamma verdure e 20 di quinta gamma frutta.

La modalità di vendita (simbolo dell’insegna) è per la maggior parte sfuso: solo il 20% della frutta di prima gamma è confezionato mentre, sale al 24% per la verdura di prima gamma. Anche i mirtilli vengono venduti sfusi in controtendenza con gli altri distributori che nell’ultimo periodo li stanno vendendo a secchielli da 500 grammi. 



Il prodotto una volta scelto viene pesato in cassa (come nei discount per intenderci, ndr) mentre in reparto sono presenti solo delle piccole bilance perché i consumatori si facciano un’idea del peso. A conferma di ciò puntualizza ancora Coppa, “abbiamo lavorato molto sullo sfuso per dare meno imballaggi possibili sulla via della sostenibilità. Siamo consapevoli che in Lombardia gli usi siano diversi rispetto alle altre regioni: questa è la nostra offerta e ci crediamo molto sarà poi il consumatore finale a dire se sarà gradito o meno”.



Alla fine del negozio troviamo, con un assortimento poco profondo ma ad alto impatto visivo, frutta secca (30 referenze), vegetali secchi (40 referenze), spezie e tè-tisane, il tutto rigorosamente sfuso. “Per tè e tisane sfuse è stato un esperimento introdotto nei negozi piemontesi che è piaciuto molto alla clientela e per questo l’abbiamo voluto riproporre anche qui” chiosa il manager.
 
Venendo alla comunicazione, per quanto riguarda il reparto ortofrutta troviamo dei cartelli essenziali con i colori che richiamano l’insegna, semplice, pulita senza cartelloni e che ricordano molto i cartelli appesi sulle bancarelle dei mercati rionali, proprio per far parlare il prodotto. Oltre al prezzo, ben visibile vengono riportate caratteristiche del prodotto e, per alcune referenze, oltre alla nazionalità anche la regione di provenienza.



Il target medio a cui si fa riferimento per la famiglia supera la trentina, per essere precisi 35-45 anni, più famiglie che single, molti stranieri. Attualmente non è presente una card di fidelizzazione, forse in futuro.

Oltre l’ortofrutta da segnalare, per i freschi, il pesce: l’intero assortimento viene venduto in confezioni skin. Un prodotto che viene lavorato nei laboratori dell’azienda (toccato una sola volta) pronto all’uso, già pulito ed eviscerato.

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