Ingrosso, si vende di tutto ma... poco

Da Nord a Sud gli operatori sono però ottimisti: l'estate sarà buona

Ingrosso, si vende di tutto ma... poco
Non manca l’ottimismo tra i grossisti dei Mercati ortofrutticoli italiani. L'inizio delle vacanze estive ha limitato un po' l'attività delle strutture localizzate nelle grandi città e, al contrario, ha aumentato le movimentazioni delle ditte che operano vicine a luoghi di villeggiatura. Certo, la presenza dei turisti non è ancora ai livelli pre-Covid, ma il settore dell’ingrosso ortofrutticolo sembra avere buone prospettive per fare un'estate di lavoro accettabile, visto che la voglia di uscire delle persone sta “rigenerando” le serate di ristoranti, bar e pub. Questa, in sintesi, la fotografia che ci hanno scattato tre operatori grossisti dei Mercati generali di Roma, Verona e Catanzaro.

Il Car di Roma soffre un po' la combinazione tra ferie e caldo
"In questi giorni di forte caldo, le strutture all’ingrosso delle grandi città come la nostra (Roma, ndr) sono un po' penalizzate. Le città si stanno svuotando per l’inizio delle ferie e il caldo tende a portare le persone a uscire di meno durante il giorno e a concentrare gli acquisti alimentari presso le superfici della grande distribuzione, poiché dispongono di locali climatizzati”, rileva a Italiafruit News Valter Arcangeli, titolare della Siwa. Secondo il quale i consumi di ortofrutta, in questo periodo, non sono alti.



“In generale non ci possiamo lamentare per l’andamento commerciale - prosegue Arcangeli - Ma notiamo che quest’estate i consumi di frutta e verdura faticano a decollare in termini di quantità. Stiamo vendendo di tutto ma poco. Ci sono richieste abbastanza buone giusto per quei prodotti dove l’offerta viene a mancare. Per esempio, adesso, ci sono prezzi soddisfacenti per albicocche, pesche e nettarine, ciliegie e ortaggi di nicchia come pomodori ciliegini e datterini. Il comparto delle verdure sta un po’ soffrendo anche perché è cambiato lo stile di vita delle persone".

La condizione imprescindibile per poter lavorare con una minima soddisfazione è disporre di prodotti di qualità. “Il prodotto fresco buono da mangiare non si smentisce mai. Prima del Covid, gli articoli di fascia medio-bassa avevano la loro clientela. Oggi questo segmento non c'è più e noi grossisti romani ne stiamo risentendo. Ecco perchè quest’anno i consumi sono calati proprio all'inizio della campagna della frutta estiva, quando la merce di alta qualità era difficile da trovare".



Veronamercato, volano giusto i consumi di angurie
Da Roma ci spostiamo a Verona e la musica non cambia di molto. Mario Merci, titolare dell’azienda Merci Mario & C., precisa: “La domanda in questo periodo non è elevata. Con le alte temperature attuali, uno dei pochi prodotti che tira è l’anguria che, però, è ampiamente disponibile sul mercato. Negli ultimi giorni abbiamo assistito a una ripresa dei prezzi delle albicocche legata alla riduzione dell’offerta. Le produzioni stanno terminando al Sud Italia, resta l’Emilia-Romagna che dispone però di volumi molto bassi”. 

Le mele rispettano il loro trend di vendita storico: “A luglio e agosto si vende sempre il 50% delle quantità di mele rispetto ai mesi invernali e primaverili. Ora ci sono due piccole fette di mercato che danno soddisfazione: sto parlando di berries e fragole italiane, che spuntano prezzi di 5-6 euro il chilo”.



Anche per Merci, il mondo dell’ingrosso deve fare i conti con una flessione dei consumi rispetto all’estate 2020. “Ormai il martedì e il mercoledì si vende poco. Ogni settimana notiamo che ci sono 2-2,5 giorni nei quali l’attività è sottotono. Il giovedì è diventata una giornata molto importante, ancora più importante del venerdì. Detto questo, siamo comunque abbastanza soddisfatti per i risultati del nostro lavoro, in quanto il fatturato del primo semestre 2021 si attesta di poco sotto ai livelli pre-Covid”.

Mercato di Catanzaro, la ripartenza del turismo aumenta i fatturati dei grossisti
In una piazza del Sud Italia come Catanzaro, la domanda di frutta e verdura sta finalmente crescendo grazie alla maggiore attività dell’Horeca legata alla partenza della stagione turistica. “La presenza turistica nella nostra Regione è ancora al 50% del potenziale, ma possiamo cominciare ad essere ottimisti per i prossimi mesi. Quest’estate la gente è ancora un po’ timorosa per la variante Delta, ma le maggiori richieste di ristoranti, bar, villaggi turistici e alberghi ci consentono di aumentare i fatturati”, sottolinea Palmino Rotundo, presidente della Fedagro Catanzaro e socio della ditta Ortofrutta Multierre.



“L’ortofrutta del territorio è di ottima qualità, dalla frutta della piana di Sibari (albicocche, pesche, ecc.) a meloni, cocomeri, pomodorini, le prime cipolle di Tropea intrecciate ed i primi fagioli borlotti. I problemi di questa estate sono due: i prezzi di vendita medio-bassi e la mancanza di manodopera nei campi, dato che tante persone preferiscono percepire il Reddito di cittadinanza”, sottolinea Rotundo. 

“In questi giorni, i cocomeri spuntano solo 0,2-0,3 euro/kg, i meloni retati 0,5 euro/kg, i fagioli borlotti freschi 1,5 euro/kg. Uno dei pochi articoli che quota a un prezzo soddisfacente è l’uva da tavola: la varietà Vittoria si posiziona intorno a 1,8 euro il chilo. Sul mercato - conclude - si trova però poca uva di grossa pezzatura, mentre abbondano i calibri piccoli. In compenso, il sapore è estremamente piacevole. La stessa cosa vale per pesche, nettarine e albicocche locali: i calibri sono piccoli per via dell’esubero produttivo, ma i prodotti spiccano in termini di gusto”.

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