«Gestione del rischio e riforma fiscale, cosa deve cambiare»

Patuanelli: l'obbligo assicurativo non è un tabù, ma col sostegno pubblico

«Gestione del rischio e riforma fiscale, cosa deve cambiare»
Una giornata all'insegna dell'ortofrutta per il ministro Stefano Patuanelli. Incontri con gli imprenditori del settore, con le istituzoni locali, con le organizzazioni agricole. Una full immersion al Macfrut che alla fine gli fa dire come il comparto possa "cavalcare l'onda dell'agroalimentare".

Ma in un anno nero per la produzione frutticola, flagellata ancora una volta dalle gelate e dall'andamento climatico anomalo, il titolare di via XX Settembre non vuole "nascondere la testa sotto la sabbia". Conscio dei problemi, dunque. E nella sua disamina sulle questioni più spinose per il comparto inserisce il tema della gestione del rischio. "Non è più intermittente ed eccezionale, ma ogni anno accade un evento calamitoso diverso, praticamente in ogni regione". Per questo Patuanelli rimarca come sia necessario "passare a un sistema di sostegno del reddito: ogni anno, vuoi per la cimice, per una gelata, per la grandine, per un'alluvione, il produttore ha una parte di raccolto non che non potrà raccogliere. Ma non è pensabile avere regioni con solo il 7% di produttori assicurati, certo però che bisogna rendere le assicurazioni strumenti accessibili. Potremmo arrivare a discutere dell'obbligo assicurativo, ma con il sostegno del pubblico. Sostegno del reddito agricolo, dunque, prima di pensare all’indennizzo".

Patuanelli fa cenno anche a UNAPera. "Un esempio virtuoso, è evidente che il sistema deve marciare compatto e le Aop sono una strada da percorrere. Da parte dello Stato, poi, ci sono ingenti fondi per i contratti di filiera, sosteniamo diversi settore e anche la filiera ortofrutticola può avere grandi benefici da questi strumenti e da Psr intelligenti".

Infine la necessità di una riforma fiscale. "Non possiamo non iniziare dal costo del lavoro in agricoltura. È necessario agire per affrontare il reperimento e il costo della manodopera, il costo per il produttore è alto e il reddito per chi raccoglie la frutta è molto basso, da qui la nascita del caporalato. Bisogna interrompere questo circolo vizioso tramite una riforma fiscale - conclude Patuanelli - Siamo tutti consapevoli che non dobbiamo uscire dalla crisi tornando dove eravamo, ma approfittare di questa ondata di ripresa, in netta e continua crescita per il futuro, per implementare il comparto”.

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