Pugno di ferro Putin: embargo fino al dicembre 2022

Ortofrutta Ue vietata per il settimo anno consecutivo in Russia, danno miliardario

Pugno di ferro Putin: embargo fino al dicembre 2022
Come ampiamente prevedibile, Vladimir Putin - fresco di vittoria nella recente tornate elettorale - ha deciso di prorogare l'embargo nei confronti dell'Unione Europea quale reazione alla decisione assunta a metà luglio dal Consiglio Ue di estendere di ulteriori sei mesi e quindi fino al 31 gennaio 2022, le sanzioni nei confronti di Mosca. Il presidente russo è andato oltre usando il pugno di ferro: le sanzioni da lui imposte saranno infatti in vigore almeno fino alla fine del 2022.



Il primo stop al commercio con il Cremlino era stato deciso il 7 agosto 2014 per gli eventi in Ucraina. Successivamente le misure afflittive contro Mosca sono state ampliate e legate all'implementazione degli accordi di Minsk per la risoluzione del conflitto nel Donbass. Mosca ha replicato che la Russia non è parte del conflitto interno ucraino e intrapreso immediate sanzioni di risposta. Un muro contro muro senza soluzione di continuità: in questi setti anni l'embargo è stato sempre rinnovato con il completo azzeramento delle esportazioni in Russia dei prodotti presenti nella lista nera, in primis frutta e verdura. 

L'ortofrutta è il settore dell'agroalimentare che paga maggiormente lo scotto della guerra commerciale: uva, mele, kiwi e pesche sono tra i prodotti più penalizzati. Stando alle rilevazioni Coldiretti, la perdita economica per le esportazioni agroalimentari italiane a causa dell'embargo è stata di 1,4 miliardi di euro nel settennale, con la frutta fresca che vale oltre la metà del totale.



"L'Unione Europa prosegue nella sua politica di sanzioni verso la Russia perseverando in un atteggiamento che, finora, ha danneggiato solo gli esportatori europei", aveva commentato a luglio il presidente di Fruitimprese Marco Salvi. "Dopo sette anni di embargo le occasioni di recupero di un mercato extra Ue tra i più importanti si affievoliscono a vantaggio dei nostri competitor e a causa del massiccio ricorso della Russia al prodotto nazionale, sempre più presente nei mercati ortofrutticoli".

Oltre all'Ue, l'embargo colpisce anche Usa, Australia, Canada e Ucraina. Ed è malvisto in Russia, dove l'eliminazione della concorrenza straniera porta alla formazione di monopoli e all'aumento dei prezzi del cibo, oltre a un calo qualitativo nonostante la corsa per aumentare le produzioni locali ricorrendo anche a piante e tecnologie "made in Italy".

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