Coltivare okra a Bologna: il progetto di due universitari

Nicolò Moruzzi e Steven Uthayakumar hanno dato vita a un progetto per produrre il gombo

Coltivare okra a Bologna: il progetto di due universitari
Stare al passo con i tempi significa anche confrontarsi con culture e cucine che da diversi anni convivono con la nostra più classica "Dieta Mediterranea".

È quello che hanno pensato due studenti dell'Università di Bologna, Nicolò Moruzzi e Steven Uthayakumar, che circa due mesi fa hanno dato vita al progetto di coltivazione del gombo, comunemente noto come okra, un ortaggio che trova la sua origine nell'Africa tropicale. In Italia il suo consumo è limitato principalmente alle comunità di immigrati.

L'idea è nata da Uthayakumar, bolognese di origini srilankesi, che conosce e mangia l'okra da sempre. Gli studenti si sono messi in contatto con un professore dell'Università di Milano dopo aver letto del progetto triennale "Nutrire la città che cambia" (promosso da ASES - Associazione Solidarietà e Sviluppo e cofinanziato da CIA - Confederazione italiana Agricoltori con il contributo di Fondazione Cariplo). Il progetto ha lo scopo di inserire colture non comunitarie all'interno della produzione locale e si concluderà con la presentazione dei risultati all'EXPO 2015.

"Dall'ateneo milanese abbiamo cercato di ottenere informazioni riguardo l'estensione del mercato in Italia ed eventuali protocolli di coltivazione della pianta - afferma Uthayakumar - e ci è stato offerto di piantare alcuni loro semi per comparare i risultati di Milano e Bologna".

Moruzzi non si è fatto sfuggire l'occasione e ha colto subito la palla al balzo. Dopo aver presentato insieme il progetto ad un'azienda agricola di Crevalcore (Bologna), i due sono partiti con la semina e a settembre ci sarà la prima raccolta.

"Mi sono avvicinato al progetto - dichiara Moruzzi - interessato soprattutto agli aspetti organizzativi e gestionali e alla potenzialità di sviluppo dello stesso, che si fonda anche sull'aspetto dell'integrazione, agricola e urbana. Siamo convinti che un progetto del genere possa aumentare la qualità dei prodotti e la sua offerta varietale (stiamo sperimentando 5 varietà differenti), in quanto coltivati e commercializzati nel bolognese".

"Al contempo vogliamo - prosegue - avvicinare il consumatore italiano a un prodotto atipico rispetto ai nostri abituali ortaggi ma che si presta ottimamente come componente di molti nostri piatti: si possono cucinare infatti ottime paste e può essere utilizzato come contorno per piatti di carne (nella vicina Grecia, dove è chiamato bamies, è il suo uso più comune) ed è inoltre un valido addensante per salse e sughi in generale".

"Man mano che la coltivazione si sviluppa - dice ancora Moruzzi - vorremmo coinvolgere le associazioni di comunità d'immigrati che sono consumatori abituali dell'ortaggio, per venire direttamente incontro alle loro richieste ed eventualmente per produrne altri di origine extra continentale".



Nella foto: Steven Uthayakumar e la serra di coltivazione in provincia di Bologna


"Per quanto riguarda il metodo di coltivazione - continua Moruzzi - la pianta è versatile e resistente, con una buona resa che varia dalle 5 alle 10 tonnellate per ettaro. Teme gli sbalzi di temperatura e questo sarà un problema che dovremo superare per ottenere dei risultati soddisfacenti. Dall'analisi del mercato compiuta nei mesi precedenti abbiamo appurato che la produzione attuale di okra in Italia si limita al periodo estivo, da giugno a settembre. Per i mesi restanti il prodotto viene importato principalmente dal Bangladesh e dall'India, comportando un calo della qualità ed un aumento considerevole dei prezzi che si aggirano tra i 4 e i 5 euro al kilo".

Se la coltivazione in Emilia darà i risultati sperati è ancora presto per dirlo, ma comunque si presenta come una sfida interessante al passo con i tempi. "Per il momento cerchiamo di esplorare questo mondo - concludono i due studenti - che non smette di riservarci sorprese e ci ha permesso, fino ad adesso, di venire a contatto con le storie, le culture ed i gusti delle tante persone della cui quotidianità questo ortaggio è parte. In ottobre avremo i primi dati e le prime certezze".





Nella foto di apertura: Nicolò Moruzzi e Steven Uthayakumar

Per maggiori informazioni:


Nicolò Moruzzi
e-mail: nicolo.moruzzi@gmail.com
Steven Uthayakumar
e-mail: steven.utha@gmail.com

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