Partito il progetto GoodBerry

Avviato il primo marzo nell’ambito di Horizon 2020, impegna 4,87 milioni di euro

Partito il progetto GoodBerry
Per rafforzare la competitività della produzione europea dei piccoli frutti e garantirne l’elevata qualità sono necessari nuovi strumenti e tecniche di coltivazione. E’ in questo ambito che - con un budget totale di 4,87 milioni di euro - si svilupperà il progetto GoodBerry. 
 
Con il coordinamento dell’Università di Malaga, in Spagna, 19 istituzioni pubbliche e private di otto Paesi di Europa, Cina e Cile indagheranno infatti tre specie modello (fragola, lampone e ribes nero) per i diversi areali europei con l’obiettivo di migliorare ulteriormente le conoscenze sulle tecniche che permettono di gestire lo sviluppo di frutti attraenti e di elevata qualità, anche in condizioni ambientali non ottimali, come ad esempio le alte temperature e le carenze idriche.
 
Unica istituzione di ricerca pubblica italiana partecipante al progetto, il Dipartimento di scienze agrarie, alimentari ed ambientali (D3A) dell’Università Politecnica delle Marche (Ancona) che contribuirà a sviluppare la ricerca e la selezione di nuove piante di fragole a elevata adattabilità a diversi ambienti e con aumentate caratteristiche qualitative e nutrizionali di interesse per la salute del consumatore.
 
Nel progetto è coinvolta anche la società cooperativa Sant’Orsola di Pergine Valsugana (Trento) che - grazie al gruppo di sperimentatori altamente qualificati coordinato da Gianluca Savini - contribuirà alla realizzazione di studi sui fattori che regolano l’adattabilità e l’efficienza produttiva di diversi genotipi di fragola e lampone in particolari ambienti.
 
“L’aspetto innovativo di GoodBerry - spiega il professor Bruno Mezzetti del D3A - è che prende in considerazione, come mai prima d’ora, tutti i processi di sviluppo che agiscono sulla produttività delle piante, compresi anche i fattori che regolano il differenziamento a fiore e la dormienza, così da produrre nuove soluzioni tecniche per una produzione europea più efficiente, economica e sostenibile. Il progetto è basato sullo sviluppo di una strategia multidisciplinare per identificare nuovi fattori molecolari che conferiscano la capacità di garantire produttività ed elevata qualità dei frutti anche in condizioni ambientali estreme”.
 
Gli attuali programmi di miglioramento genetico, finalizzati ad aumentare l’adattabilità ambientale di fragola e piccoli frutti, fanno perlopiù uso di tecniche tradizionali, mentre il ricorso alle tecniche molecolari è ancora quasi del tutto assente. GoodBerry svilupperà nuovi strumenti molecolari così da affrontare le sfide dell’aumento dell’efficienza produttiva, della resilienza delle produzioni e della qualità dei prodotti alla luce dei cambiamenti climatici.

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