Ortofrutta, sempre più rara la spesa quotidiana

Il Monitor di Agroter rileva un calo delle frequenze a favore degli atti di acquisto totali

Ortofrutta, sempre più rara la spesa quotidiana
Il consumatore italiano è obiettivo nel quantificare le proprie frequenze di acquisto? E come le ricorda riferite al passato? Nel 2018 il Monitor Ortofrutta di Agroter ha indagato questo aspetto con l’aiuto di interviste telefoniche e via web su un campione di tremila responsabili acquisto.

A fronte di un 54% degli intervistati che si dichiara forte consumatore di prodotti ortofrutticoli - e anche rispetto a un 90% di persone che afferma di assumere frutta e verdura tutti i giorni - l’indagine del Monitor Ortofrutta ha rilevato un calo delle frequenze d’acquisto. Infatti, coloro che rispondono di acquistare frutta e verdura “tutti i giorni” o “quattro-cinque volte la settimana” passano dal 31% del 2011 al 17% del 2017.
Viceversa, si registra un incremento di chi dichiara di comprare frutta e verdura “due-tre volte a settimana” che, nello stesso intervallo di tempo, sale dal 51 al 66% (vedi figura sotto).



Insomma, l’acquisto fatto quotidianamente o quasi (5-7 volte a settimana) continua a perdere terreno rispetto a quello fatto ogni 2-3 giorni, che è ormai dominante.
Il trend degli atti di acquisto totali è però in crescita, come dimostra il dato Ismea-Nielsen sulla variazione 2015/17: 1,27%, simile all’1,19% del percepito rilevato dal Monitor di Agroter.

Il Monitor Ortofrutta ha anche investigato le sensazioni maturate dalle famiglie italiane nel corso degli ultimi dodici mesi. Nello specifico, la domanda era “Nel corso dell’ultimo anno la sua famiglia ha aumentato, diminuito o mantenuto costanti le quantità di frutta e verdure consumate?” (Figura qui sotto).



Dal 2008 al 2017 diminuiscono coloro che pensano di avere aumentato i volumi e anche quelli che ritengono di averli diminuiti. Entrambi in favore di chi crede di avere mantenuto costanti i quantitativi. Negli anni, dunque, il 70% degli italiani si è adagiato sulle proprie abitudini, ritenendo di avere un consumo equilibrato. Unico aspetto positivo: sono proprio i più giovani (quelli che consumano meno ortofrutta) a dichiarare di avere aumentato i consumi, forse tradendo così una loro intenzione a incrementare i quantitativi.

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