«Orari al Mercato di Milano, fretta cattiva consigliera»

Albuzza (Acmo): impossibile cambiare in pochi mesi, serve un progetto nazionale condiviso

«Orari al Mercato di Milano, fretta cattiva consigliera»
Mercato di Milano, il dibattito continua. Sul progetto approvato a larga maggioranza dai grossisti per spostare l’orario delle contrattazioni dalla fascia notturna a quella diurna interviene Alberto Albuzza (nella foto) - direttore generale della società Alma, esponente di Acmo (Associazione commercianti del Mercato Ortofrutticolo di Milano) ed ex presidente dell’altra organizzazione dei grossisti meneghini Ago-Fedagro, sino al 2014.

“Quanto discusso nella riunione Ago del 26 giugno scorso - scrive Albuzza in una nota inviata alla nostra redazione - è stato da me più volte esposto ai tempi in cui ne ero presidente, ma allora tutti i temi furono accantonati, o si diede loro poca importanza. Mi domando come si possa pensare che per il cambiamento di orario siano sufficienti pochi mesi. Prima di arrivare a qualsiasi modifica in tal senso bisogna fare una serie di considerazioni: i nostri clienti potrebbero spostarsi su altri Mercati che continueranno a svolgere attività notturna come ad esempio Bergamo, Brescia, Torino. Sogemi, organo gestore, deve avere inoltre il tempo tecnico di organizzarsi con le proprie risorse per gestire le contrattazioni diurne... Insomma perché creare confusione e malcontento tra i nostri clienti?”.

Secondo Albuzza “su questo tema bisogna portare avanti un progetto a livello nazionale e coinvolgere altre sigle di operatori sempre a livello globale”. E su “cassa mercato” dice: “per anni ho speso tempo per cercare di introdurlo, ma i primi a remare contro un sistema che avrebbe garantito di avere i soldi nel cassetto sono stati proprio i miei colleghi… Non oso pensare a quanti milioni di euro siano andati persi a causa di insoluti negli ultimi decenni. Adesso ci si sveglia ed in quattro e quattro otto, rischiando di fare errori, si pretende di mettere in moto un sistema che richiede invece del tempo per essere messo a punto”.
 
“Ma non è meglio - conclude Albuzza - cercare di anticipare i problemi anzi che ritrovarsi a fare le cose male e all’ultimo momento? Ribadisco il concetto già espresso recentemente: le colpe della situazione in cui versa l’Ortomercato di Milano, sono di noi operatori!”.

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