Pesche e nettarine, in Spagna i conti non tornano

Incontro al ministero: campagna anomala, volumi in calo del 15%. «Scorte ai minimi termini»

Pesche e nettarine, in Spagna i conti non tornano
La Spagna tira le somme della prima parte della campagna produttiva e commerciale delle drupacee: i volumi di pesche e nettarine sono in calo tra il 10 e il 15% rispetto all’estate 2017, mentre i prezzi risultano mediamente più alti, ma non sempre. In flessione anche i quantitativi di susine, a differenza delle albicocche, in ascesa.  Questo il quadro fornito in occasione dell’incontro organizzato giovedì scorso dal ministero dell'Agricoltura, pesca e alimentazione spagnolo con una rappresentanza dei produttori, dei trasformatori e degli esportatori, presente il direttore generale del comparto produzioni e mercati agrari del dicastero, Esperanza Orellana.

La prima parte della campagna ha subito le ripercussioni legate ai fenomeni meteorologici di inizio anno: il lungo inverno e la primavera umida e fredda, con tanto di gelo e grandinate, hanno danneggiato la qualità e ridimensionato i raccolti. Anche se i listini di pesche e nettarine in generale sono aumentati, le partite “segnate” dal maltempo hanno spuntato quotazioni poco soddisfacenti: è successo soprattutto in EstremaduraIn generale, il decumulo di prodotto avviene senza intoppi e senza accumuli di scorte. Con il progredire della campagna, secondo quanto emerso nella riunione di giovedì, l’entrata in scena di varietà migliori agevola la stabilità dei prezzi.



I dati confermano sostanzialmente le stime presentate a fine maggio al 22esimo Forum del Préssec d'Alcarràs, organizzato a Lleida (Spagna) da Afrucat (Associazione dei frutticoltori della Catalogna) in cui era emerso che la Spagna, con poco più di 1,5 milioni di tonnellate di pesche e nettarine, segna un -11% sul 2017 a livello complessivo di specie. Le previsioni per la Catalogna indicavano un calo su base annua del 17%, per un totale di 471.430 tonnellate mentre a Lleida era atteso un decremento limitato per le varietà precoci che risultavano, invece, le più colpite a Tarragona e a Barcellona.  

La situazione di mercato, in definitiva, appare anomala: “Quest'anno ci sono pochi frutti in tutte le principali aree di produzione spagnole, con scorte per non più di due-tre giorni”, la testimonianza di Josep Presseguer manager dell’azienda Fruits de Ponent di Lleida. “In un periodo della stagione in cui di solito le quotazioni calano per la pressione dell’offerta, i prezzi restano sostenuti: anche Francia e Italia hanno ridotto molto la loro produzione”.

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