Torna la Società agricola bergamasca. Ed è «pronta a tutto»

Micucci (Sab): «Dopo il rebranding obiettivo 15 milioni nel convenience»

Torna la Società agricola bergamasca. Ed è «pronta a tutto»
A volte, per pianificare il futuro serve un ritorno alle origini. E, quando le origini si fondano su legame con il territorio, qualità e innovazione, la scelta è praticamente obbligata.
Così Sab, l’azienda bergamasca con esperienza trentennale nella produzione e distribuzione di prodotti di IV gamma (e un fatturato 2017 superiore ai 50 milioni), ha organizzato una convention aziendale per presentare a manager, agenti di vendita e dipendenti le prossime strategie nel mercato nazionale e internazionale. Italiafruit News ne ha parlato con Giuseppe Micucci, managing director della società.



Iniziamo dal lavoro di re-branding che avete affrontato e che riguarda il nome, il logo e il payoff aziendale?
Da ottobre ci presentiamo con una nuova immagine che sottolinea la principale caratteristica dei nostri prodotti, la qualità.
Sab è l’acronimo di Società agricola bergamasca, ma non tutti lo sapevano. Tornare al nome per esteso significa riappropriarci della nostra identità e delle nostre radici, a cominciare dalla vocazione agricola. Un nome semplice e sobrio che racchiude anche la nostra esperienza, affidabilità e lungimiranza. Il legame con la cultura agricola e la terra è ripreso anche nel nuovo logo e, soprattutto nel nuovo payoff, schietto e diretto: “Verdure pronte a tutto”.

Dai primi di ottobre siete sugli scaffali con nuove linee di IV gamma.
Siamo sul mercato delle insalate di IV gamma con un nuovo packaging per le sei linee di prodotto: Le essenziali (semplici e indispensabili), Le Mixalate (mix di sapori e consistenze), Le Aromatiche, Le Sprintose (per pranzi leggeri ma gustosi), Le Regionali (da agricoltori specializzati che lavorano in territori vocati) e Le Biologiche. Le distingue non solo il naming, ma anche colore, font e confezione che rimanda alla nuova identità visiva del brand.


Per quanto riguarda le sfide future, un’altra novità riguarda i vostri piani in Germania. Cosa può dirci?
Il mercato tedesco è sempre stato molto riluttante alla IV gamma e più avvezzo alle insalate tagliate e non lavate. Oggi vale 330 milioni di euro, ma con ciotole e insalate in busta che quasi si equivalgono: rispettivamente 140 e 190 milioni. Noi pensiamo che il mercato si svilupperà ulteriormente e per questo abbiamo deciso di investirci anche con Sab Deutschland, la start-up che abbiamo avviato in Baviera.

Non è finita qui. I vostri progetti riguardano anche le innovazioni di processo e di prodotto.

Il mercato delle zuppe fresche mostra una crescita a doppia cifra, per questo abbiamo pianificato uno sviluppo della produzione di V gamma che ha previsto la costruzione di un nuovo stabilimento, all’insegna dell’innovazione tecnologica, e interamente dedicato ai prodotti servizio, che sarà operativo entro novembre.
La nostra ambizione è diventare il punto di riferimento nel Fresh convenience food a base vegetale. E, in quest’ottica, giocherà a nostro vantaggio il nuovo processo produttivo che abbiamo messo a punto. Ci siamo dati come obiettivo 15 milioni di euro nei prossimi cinque anni.

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