E i grossisti mettono Bruxelles nel mirino

Gli operatori di Spagna, Francia e Italia fanno un altro passo avanti nella strategia comune

E i grossisti mettono Bruxelles nel mirino
Dopo aver siglato il Manifesto dei Grossisti europei durante il Macfrut di Rimini (clicca qui per leggere la notizia), a Fruit Attraction di Madrid le associazioni Fedagromercati-Confcommercio, Coemfe (confederazione dei grossisti spagnoli) e Uncgfl (Unione dei grossisti francesi), compiono un altro passo in avanti per far sentire la propria voce a Bruxelles. E l'obiettivo, ora, è di arrivare alle istituzioni europee il più presto possibile - forse già entro la fine dell'anno - con un documento condiviso, una voce unica, magari allargata anche alle società di gestione dei mercati all'ingrosso.

Andres Suarez (presidente Coemfe), durante il congresso che si è tenuto ieri a Madrid, ha ribadito l'importanza di essersi dotati di una "struttura internazionale per comunicare il valore degli operatori grossisti a livello europeo".
Josè Miguel Herrero, direttore generale del Dipartimento dell'industria alimentare del ministero dell'Agricoltura spagnolo, riferendosi al commercio all'ingrosso, ha parlato di un settore dinamico, esportatore, innovativo e strategico.



"Parole spesa a favore dei grossisti che - sottolinea Valentino Di Pisa, presidente di Fedagromercati, intervenuto ieri al congresso di Coemfe - non ho mai sentito pronunciare da un rappresentante del governo italiano. Serve un Piano strategico europeo per i Mercati all'ingrosso, che consideri il riposizionamento delle strutture, la logistica integrata, nuovi servizi per la distribuzione, valuti l'ecommerce dentro le nostre piattaforme, e poi miri a sviluppare progetti di internazionalizzazione per i grossisti. In Italia serve una politica di razionalizzazione del numero dei mercati e una politica strategica di sviluppo: vera e completa modernizzazione delle strutture per offrire ai clienti più efficienza. La logistica è il tema cruciale, compresa quella dell'ultimo chilometro e il servizio all'ecommerce".

C'è poi il nodo del cambio d'orario. Di Pisa, lo ha ribadito anche ieri, ritiene fondamentale arrivare a quello diurno. "Sarebbe un accrescimento culturale per il settore, con opportunità di ricambio generazionale e possibilità di nuovo sviluppo".



Queste richieste sono il filo conduttore del dialogo che i grossisti di Spagna, Francia e Italia vogliono aprire con l'Unione europea, per giungere a un progetto di sistema che miri a risolvere problematiche comuni agli operatori dei vari Paesi. "Ora serve trovare l'interlocutore giusto a Bruxelles - conclude Di Pisa - per presentare le nostre istanze e chiedere la giusta attenzione al comparto, in modo da poter entrare nell'agenda politica dei vari governi".

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