Frutta con guscio, campanello d'allarme

I numeri del segmento: su la produzione, giù import e consumi

Frutta con guscio, campanello d'allarme
Continua la crescita della produzione mondiale di frutta con guscio, in particolare quella di noci e anacardi, mentre in Italia aumentano le tonnellate raccolte sia per mandorle che per nocciole. Negativo, invece, il trend delle importazioni con alcune importanti eccezioni come nocciole e mandorle sgusciate. Ma il vero campanello d'allarme riguarda i consumi italiani: in flessione per la prima volta.

Produzione mondiale di frutta con guscio ed essiccata

Previsioni da record per la produzione di frutta con guscio per la stagione 2018/19: secondo Inc saranno 4,5 milioni le tonnellate prodotte a livello globale con una crescita annua complessiva del 6% (dato relativo al prodotto sgusciato, a eccezione dei pistacchi che sono conteggiati ancora col guscio).


 
L’incremento più consistente è previsto per la produzione di noci del Brasile che, dopo un’annata poco produttiva, ritornerà a dei valori normali di 29mila tonnellate. Le previsioni indicano, inoltre, un incremento del 21% nella produzione dei pistacchi e del 19% per il raccolto totale delle noci macadamia, per un totale, rispettivamente, di 709mila e 60mila tonnellate. Un aumento notevole per la produzione dei pistacchi riconducibile ai raccolti degli Stati Uniti, i quali stanno riscontrando un’annata molto positiva, e della Turchia in ripresa dagli scarsi raccolti della scorsa stagione. Quanto ai raccolti di noci pecan e mandorle, invece, si supereranno di poco le 150mila tonnellate le prime, e oltre 1,3 milioni di tonnellate le seconde; pari, rispettivamente, al 10% e 9% in più rispetto al 2017/18.

Focus Italia: la produzione di nocciole e mandorle

Dando uno sguardo ai dati Istat aggiornati al 2018 per nocciole e mandorle (i dati relativi alle noci sono irreperibili) possiamo notare un incremento nelle superfici in produzione per le nocciole, che nel 2018 superano quota 75mila ettari (+1,7% rispetto al 2017) mentre sono stabili le superfici coltivate a mandorlo (57.666 ettari).



I corileti sono concentrati in quattro regioni: al primo posto il Lazio con oltre 22mila ettari (-4,2% rispetto al 2017) seguito dalla Campania con oltre 20mila ettari (+0,6%) e dal Piemonte con 19mila ettari (+7,7%). Al quarto posto la Sicilia con oltre 12mila ettari e una crescita record del 9,3%.

mandorle

Per quanto riguarda le mandorle le superfici sono concentrate in tre regioni: la Sicilia con oltre 31mila ettari, la Puglia con circa 19.600 ettari e la Sardegna con circa 6.300 ettari. Per tutte e tre le regioni non si registrano cambiamenti significativi rispetto al 2017 nelle superfici in produzione.
 
Passando ora a guardare i dati Istat relativi alla produzione 2018 si può notare una crescita per entrambe le coltivazioni: le mandorle, infatti, segnano un +9,2% rispetto al 2017 e sfiorano quota 87mila tonnellate, mentre le nocciole superano le 145mila tonnellate (+10,8% rispetto al 2017).



Dando uno sguardo ai dati a livello regionale, per le nocciole vediamo che la produzione è in aumento in tutti i territori. Il Lazio con 56mila tonnellate cresce del 12,9% seguito dalla Campania che cresce del 10,6% e produce circa 42mila tonnellate. Crescita “ridotta” per la produzione piemontese (+3%) e che si ferma a 32mila tonnellate mentre fa un balzo in avanti la Sicilia superando le 12mila tonnellate (+32,7%).
Per le mandorle su la produzione siciliana (+11,3%) che tocca quota 52.666 tonnellate. Bene anche la produzione pugliese (+7,4%) con 28.603 tonnellate mentre rimane sostanzialmente invariata la Sardegna (4.285 ton).

Per l'Italia importazioni in calo

Se sul fronte produttivo i dati sono positivi e incoraggianti, lo stesso non si può dire dei dati relativi agli scambi di frutta secca. Stando ai dati diffusi da Fruitimprese, relativi ai primi nove mesi del 2018, le importazioni sono stabili rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, se si guardano i dati a quantità (solo 70 tonnellate in più). Le esportazioni, invece, crollano a quota 44.609 tonnellate con un clamoroso -13,1% periodo su periodo.
A valore il calo delle esportazioni è più contenuto (-1.4%) fermandosi a 315.662 tonnellate. Non altrettanto si può dire per l’import che a valore perde il 2,2% scendendo a 735.568 tonnellate.


Il commercio internazionale di noci, nocciole e mandorle


Analizzando i dati Istat per lo stesso periodo (gennaio-settembre 2018 vs 2017) relativamente agli scambi internazionali di noci, nocciole e mandorle (con guscio e sgusciate) si nota come per queste ultime sia in crescita l’import (+12,5%) sia di prodotto in guscio che di prodotto già sgusciato così come l’export, trainato dalle mandorle senza guscio (+20,7%). Anche per le nocciole crescono le importazioni ma solo di prodotto già sgusciato (+19,7%) mentre calano le esportazioni (-1,8%). Per quanto riguarda le noci abbiamo un calo dell’import notevole sia per il prodotto in guscio che per lo sgusciato (-17,6%) mentre aumentano, lievemente, le esportazioni (+6,1%).


I consumi di frutta con guscio tirano il freno

Dopo anni di crescita, anche a doppia cifra, nel 2018 si registra una flessione dei consumi dello 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2017 a quantità. Questo secondo i dati dell’osservatorio Ismea-Nielsen elaborati dal Monitor Ortofrutta di Agroter: nel periodo gennaio-settembre abbiamo per la prima volta un calo quantitativo, seppur lieve, dei consumi. Un campanello di allarme che dovrebbe far drizzare più di una antenna.
Scendendo nel dettaglio delle famiglie, si nota una sostanziale divisione tra quelle categorie che continuano a crescere a due cifre come nocciole (+18,9% a quantità e +7% a valore), mandorle (+17,9% a quantità e +13,3% a valore) mix di frutta secca (+16,2%/ +20,5%) e pistacchi (+12,7%/+11%) e le famiglie i cui consumi invece calano drasticamente come noci (-6,4%/-3,5%), arachidi (-6,4%/-7,8%) e pinoli (-13,3%/ -9,1%).



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