L'ortofrutta veronese vale 1,2 miliardi di euro

Crescono fatturati e redditività delle aziende top, spiccano Eurogroup, Frutta C2, Bruno Srl

L'ortofrutta veronese vale 1,2 miliardi di euro
Vale oltre 1,2 miliardi di euro il business legato al commercio all'ingrosso di frutta e ortaggi nel Veronese: è quanto emerge dai bilanci esaminati dall'equipe di Economia Aziendale dell'Università scaligera in collaborazione con PwC. Ai "raggi X" i documenti consuntivi delle 113 società di settore protagoniste nella provincia veneta, che insieme, nel 2017, esprimevano un aggregato di 1.275 milioni il 6,61% più dell’anno precedente. I dati, pubblicati ieri sul quotidiano L’Arena, delineano l’importanza di un comparto strategico per l’economia veronese: le top 10 del settore hanno registrato un incremento medio del fatturato del 9% e solamente per tre aziende i numeri appaiono in calo, mentre per altre tre si rilevano prestazioni in crescita a doppia cifra percentuale. 


Il giro d’affari delle “magnifiche 10” supera i 721 milioni di euro: leader assoluta è Eurogroup Italia, che commercializza frutta italiana per il Gruppo Rewe, con 281 milioni di fatturato (+31,3%); seguono Greenyard Fresh Italy che nel 2017 fatturava 144,4 milioni, l’8,2% in meno dell’anno prima, Villafrut (63,8 milioni, -6,36), Garden Frutta (48,6 milioni, +6,82) e Aziende Agricole Giv (42 milioni, -2,37%). 



Al sesto posto Bruno Srl con 39,1 milioni (+6,19), quindi Op del Garda (35 milioni, +1,4), Perusi Srl (23,2 milioni -4,1%), Frutta C2 (21,8 milioni, +10,1%) e, a chiudere la graduatoria, decima, in netto progresso, Euroverde (che fa parte del gruppo Bruno), con 21,1 milioni (+21%).



La redditività delle top 10 è in aumento nel 2017 più di quanto sia cresciuto il fatturato (+13,70%), indicando un incremento di efficienza che determina un lieve aumento nella marginalità lorda delle vendite (Ebitda/fatturato), lievitata da 2,21% a 2,31%. Crescono anche, di oltre il 15%, gli investimenti lordi. Il reddito netto presenta una notevole crescita (+34,93%), mentre i mezzi propri crescono a un ritmo più contenuto ma comunque robusto (+21,01%); segno più anche per i debiti finanziari ma “solo” del 6,5%. Giù, infine, gli oneri finanziari di competenza, nonostante l'aumento dei debiti.

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