«Mercati, una tragedia continua: il Made in Italy rischia»

Vasta: a Milano consumi fermi, "tira" solo l'ortofrutta di basso costo

«Mercati, una tragedia continua: il Made in Italy rischia»
Dopo un febbraio negativo, i primi giorni di marzo non riportano il sorriso nei Mercati all’ingrosso. Anzi, a sentire Fausto Vasta, presidente dei grossisti Ago-Fedagro dell’Ortomercato di Milano, il quadro è peggiorato. E all’orizzonte non si intravvede nulla di buono: “La tragedia continua - dice senza mezzi termini - se escludiamo i dieci giorni di gennaio in cui i prezzi erano lievitati a causa del gelo, a fronte peraltro di volumi commercializzati non eccezionali neppure in quel periodo, il 2019 si sta rilevando pessimo: i consumi sono fermi e notiamo una chiara tendenza a scegliere ortofrutta di basso prezzo e modesta qualità”. I prodotti premium non tirano", puntualizza Vasta. "Gran parte della merce venduta è ampiamente sotto l'euro, gli 80 centesimi stanno diventando una sorta di soglia psicologica. In questi giorni ho fatto i conti degli incassi di febbraio: mi sono demoralizzato...". 



Il grossista milanese si dice seriamente preoccupato per il futuro del settore: “In una situazione come quella attuale, particolarmente difficile per chi opera a monte della filiera, servirebbe un’azione politica per porre un freno alle importazioni di produzioni di basso valore del Nord Africa o dell’Est Europa. Frutta e verdura che invade il mercato e non dà scampo al Made in Italy". 



"Hanno ragione - conclude Vasta - gli agricoltori che tagliano le piante o manifestano in modo plateale: continuando così chiudiamo noi, chiudono tutti, finisce l’agricoltura italiana”.  

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