Ciliegie d'oro e listini sull'ottovolante

Codacons: rischio speculazioni. Ma nei Mercati la forbice è molto ampia

Ciliegie d'oro e listini sull'ottovolante
Dopo il danno - la perdita o il danneggiamento di buona parte del prodotto per il maltempo - la beffa: l’accusa di speculazione. Tempi duri per il settore ortofrutticolo, che in questo maggio da dimenticare deve fare i conti con il j’accuse di una delle associazioni di consumatori, il Codacons: “Il maltempo che in questi ultimi giorni ha interessato diverse aree del Paese ha prodotto un rialzo dei prezzi al dettaglio per una serie di beni ortofrutticoli, portando i listini alle stelle” la posizione dell’organizzazione presieduta da Carlo Rienzi, che agita lo spauracchio del rischio-speculazioni, “sempre in agguato nel settore alimentare”. “I prezzi delle ciliegie sono schizzati alle stelle: a Milano arrivano a costare 20 euro al kg, mentre a Roma viaggiano attorno agli 8 euro al kg con una marcata tendenza al rialzo. Ma i rincari stanno investendo anche altri prodotti di stagione come pesche, albicocche, prugne, giunte in questi giorni sui banchi di mercati e supermercati con prezzi sensibilmente più elevati rispetto allo scorso anno”. 



Per Codacons “gli incrementi dei listini si stanno abbattendo anche su prodotti di provenienza estera, coltivati in aree che non sono state minimamente interessate dal maltempo: una vera e propria speculazione tesa a sfruttare la riduzione della produzione in Italia allo scopo di applicare aumenti ingiustificati dei prezzi a tutto danno dei consumatori”. 

Se al dettaglio è difficile effettuare una mappatura dei listini ma l'allarme speculazione suona comunque anacronistico e per certi versi stonato, in mancanza di riscontri oggettivi, nei Mercati all’ingrosso le quotazioni registrano alcuni exploit in un contesto tuttavia di ampia segmentazione delle quotazioni. A Milano ciliegie sugli scudi con punte di 8-9 euro il chilo: “Fin dall'alba del primo giorno della settimana gli avventori hanno capito che l’articolo da cercare è proprio la ciliegia che infatti oggi (ieri per chi legge, ndr) si è praticamente volatilizzata”, il commento, dall’Ortomercato milanese, di Salvatore Musso di Masterfruit Srl. “I prezzi hanno toccato gli 8-9 euro il chilo per varietà e qualità migliori e anche quelle più piccole, o meno belle, si sono difese bene”. 



Al Caat di Torino ieri le ciliegie erano quotate tra i 2,50 euro delle Bigarreau spagnole calibro 26-28 ai 5,50 euro della stessa varietà calibro 28-30 di provenienza italiana; albicocche tra 1,20 e 1,55 euro, fragole tra 1,60 e 4 euro, nettarine in una forbice tra un euro e 2,20 euro, le pesche oscillano tra 0,90 e 2,30 euro il chilo, angurie tra 0,40 e 0,80, meloni tra 0,60 e 2,40 euro.

Al Centro agroalimentare di Roma -  riferisce Andrea Cortoni, dell’ufficio statistica e marketing del Car - “le ciliegie spagnole di calibro 28-30 arrivano a 9-10 euro il chilo perché più buone e croccanti e baciate dal sole, quelle italiane spuntano, a seconda di calibro e provenienza, tra 1,50 e 6 euro, mentre per le albicocche il prodotto spagnolo arriva 2 euro il chilo; i meloni italiani si collocano tra 1,10 e 1,30 il chilo, in risalita come le albicocche, mentre le nettarine si attestano tra 1,50 e 3 euro il chilo per la scarsa offerta”. “I Centri agroalimentari all’ingrosso - commenta Fabio Massimo Pallottini, direttore Car e presidente di Italmercati - restano un modello di trasparenza”.

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