Rucola della Piana del Sele, entro giugno l'Igp

«Saremo tra i marchi top del made in Italy». L'analisi di Vito Busillo (Coldiretti Salerno)

Rucola della Piana del Sele, entro giugno l'Igp
La rucola campana con oltre 3.500 ettari coltivati (sui circa 6.500 in tutta Italia) e circa 850 milioni di euro di fatturato previsto nel 2019 è uno dei prodotti made in Italy più rappresentativi. Questo risultato sarà possibile grazie al riconoscimento Igp per la rucola della Piana del Sele da parte di Bruxelles (si prevede entro fine giugno), che rappresenta il 60-70% circa della produzione regionale: diventerà così il terzo prodotto tipico italiano nel mondo per valore ed importanza, dopo Parmigiano Reggiano Dop con 1,34 miliardi di euro e Grana Padano Dop con 1,29 miliardi di euro. 

La rucola della Piana del Sele Igp si affiancherà al Prosciutto di Parma Dop con 850 milioni di euro di valore e precederà la Mozzarella di bufala campana Dop con 391 milioni e l'Aceto balsamico di Modena Igp con 390 milioni (i dati delle Dop e delle Igp fanno riferimento al valore 2017 e sono stati pubblicati nel Rapporto Dop 2018 di Ismea e Qualivita, dicembre 2018).

"Nel 2018 la rucola del Sele ha visto la produzione di 400 milioni di chili - spiega Vito Busillo, presidente di Coldiretti Salerno e produttore di quarta gamma - ed ha coinvolto circa 430 aziende. Il fatturato del 2018 è stato di circa 680 milioni di euro, con circa cinquemila addetti diretti e quattromila dell'indotto. Per il 2019, grazie al riconoscimento territoriale, prevediamo uno scatto in avanti di valore del 20% circa, posizionando così la rucola Igp tra i marchi top del made in Italy. Nel maggio 2019 la produzione è stata minore rispetto allo stesso periodo del 2018, a causa dell'andamento climatico piovoso e freddo. Il 40% circa del prodotto della Piana del Sele finisce nei canali di vendita dell'export, con picchi nei mesi invernali. L'85% della produzione è assorbita dalla grande distribuzione italiana e straniera".



L'areale di produzione della rucola del Sele Igp vede coinvolti i territori di Eboli, Battaglia, Pontecagnano Faiano, Montecorvino Rovella, Montecorvino Pugliano, Bellizzi e Capaccio-Paestum. "La Rucola Igp è frutto di un'agricoltura 4.0 - conclude Busillo -, di precisione, con l'impiego di microprocessori per irrigazione e raccolta, nonché tracciabilità totale del prodotto. È una produzione ad alta sostenibilità ambientale, con risparmio idrico ed a basso uso d'agrofarmaci. Rappresenta un valore nazionale, con una collaborazione efficace tra Nord e Sud, che mettono insieme logistica e produzione di qualità". 

La provincia di Salerno se manterrà questo trend è destinata a superare il primato produttivo per la quarta gamma alla Lombardia, che fino all'anno scorso era al primo posto con il 31% degli ettari coltivati, seguita con il 30% dalla Campania, Veneto (11%) e Toscana (8%). Primato che la porterà ad essere uno dei principali poli europei nella coltivazione di ortaggi a foglia per la quarta gamma (soprattutto in coltura protetta). In base ai dati Nielsen del 2016 la rucola è al secondo posto dei consumi tra prodotti a quarta gamma in Italia con il 9,5%, preceduta dalle insalate che rappresentano il 75% del valore totale. 

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Autore: Lorenzo Cricca