«Albicocche, è giunto il momento di parlare di espianti»

Crisi del frutto in Basilicata, se n'è discusso a Radio Rai: i produttori chiedono programmazione

«Albicocche, è giunto il momento di parlare di espianti»
Davanti a una produzione di albicocche come quella di quest'anno, parlare di espianto non è un'eresia. Lo ha detto venerdì scorso a Radio anch’io, il programma di Rai Radio 1, Gianfranco Romano. Il presidente del consorzio “La Terra degli Ori” e della Coldiretti di Matera è stato tra i protagonisti della puntata dedicata ad approfondire il tema delle aste a doppio ribasso assieme a Fabio Ciconte (direttore dell'associazione ambientalista Terra! Onlus e portavoce della campagna FilieraSporca contro lo sfruttamento del lavoro in agricoltura), Filippo Gallinella (presidente della Commissione Agricoltura della Camera) e Domenico Brisigotti (direttore commerciale food di Coop Italia).

"Per produrre un chilo di albicocche servono 40 centesimi, quest'anno anche 50 perché è necessaria una maggiore selezione dopo il maltempo", ha spiegato Romano sottolineando che la remunerazione del produttore è inferiore in questa campagna e che "Paesi esteri riescono a invadere i nostri mercati con prodotti di qualità, da un punto di vista organolettico, ma con un costo sociale e ambientale diverso". Il risultato? "Le albicocche restano sugli alberi - ha aggiunto l'imprenditore - In Basilicata produciamo tra le 70 e le 80mila tonnellate, il 10% della produzione europea. C'è sconforto da parte dei produttori, noi chiediamo di programmare impianti ed espianti: ci deve essere una programmazione nazionale e regionale. Ben vengano ddl come quello sulle emergenze o per normare il sottocosto, ma non possiamo lavorare sulle emergenze, serve una strategia. Chiediamo programmazione e controlli sulle importazioni a garanzia dei consumatori. Gli stessi controlli a cui è sottoposta la nostra merce qui in Italia".

albicocche

"Nei supermercati troviamo prodotti che costano pochissimo, le catene aumentano l'import dall'estero perché devono mantenere basso il costo dell'offerta - ha evidenziato Ciconte - Ma così si distrugge l'agricoltura italiana. La crisi climatica che stiamo vivendo avrà ripercussioni sul modello agricolo".

E mentre i radioascoltatori chiamavano per segnalare "albicocche dal sapore di pietre", Gallinella ha spiegato che i controlli sulle merci importate non sono così semplici. "L'Italia ha le dogane che controllano di più, ma in Europa ci sono 28 dogane diverse e bisogna sperare che gli altri Paesi controllino come noi... E' come avere un condominio con 28 portieri. I produttori si devono aggregare e fare economia di scala per avere un potere contrattuale maggiore nei confronti della distribuzione. Programmazione, accordi e collaborazioni: fissare un prezzo minimo non funziona, perché poi bisogna sempre trovare chi compra il prodotto. Ma se si vende insalata di quarta gamma a dieci euro il chilo, il problema non è il prezzo, ma aiutare il produttore a generare valore".

"Il consumatore ha bisogno di risparmiare ma vuole essere garantito - ha detto Brisigotti - questa è la grande sfida. Da un po' di anni a questa parte si è innescato un processo competitivo nella distribuzione che ha portato al ribasso dei prezzi, un fenomeno che ha disorientato il consumatore. Ma non bisogna fare di tutta l'erba un fascio: ci sono catene e catene. Noi siamo stati i primi a certificarci sul lavoro etico, portiamo avanti campagne contro il caporalato, è importante comunicare il valore e i valori delle merci".

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