Agrumi in Cina, serve un'altra logistica via mare

Il focus sul tavolo tecnico al Mise. L'esperienza di Oranfrizer: transit time da ridurre a 35 giorni

Agrumi in Cina, serve un'altra logistica via mare
Serve una logistica via nave più veloce per poter fare arrivare le nostre arance rosse in Cina nelle migliori condizioni qualitative. Oggi ci vogliono circa 45 giorni di transit time per raggiungere il Paese del dragone, bisognerebbe ridurre questo periodo ad almeno 35 giorni, sulla base dell'esperienza fatta da Oranfrizer nell'ultima campagna. "La logistica è il tema più rilevante quando parliamo di esportazioni oltremare. I tempi di shipping dall'Italia alla Cina oggi sono lunghissimi, dobbiamo quindi trovare una soluzione affinché le navi in partenza dal nostro Paese possano raggiungere direttamente il mercato cinese, senza fare scalo da porti intermedi. Guadagnare almeno dieci giorni sarebbe molto importante per poter assicurare un prodotto di alte caratteristiche qualitative". Così Salvo Laudani, marketing manager di Oranfrizer a margine del tavolo tecnico sugli agrumi in Cina, convocato ieri presso il ministero dello Sviluppo Economico (Mise) da Fabrizio Lucentini, direttore generale per le politiche di internazionalizzazione, su input del ministro Luigi Di Maio.

Oltre a Oranfrizer, hanno preso parte alla riunione le aziende La Normanna, Paimfrut e Barbera International, autorizzate all’export di arance rosse verso la Cina. Particolarmente ricca la partecipazione di istituzioni e associazioni, grazie alla presenza di rappresentati del Mise, del Mipaaft, dell'Ice, dell'Ice Pechino, dell'Ambasciata italiana a Pechino, della Regione Sicilia (servizio fitopatologico e servizio marketing) nonché di delegati di organizzazioni di categoria, del Distretto Agrumi di Sicilia e del Consorzio di tutela dell'Arancia rossa di Sicilia Igp.



I partecipanti hanno discusso anche dell’importanza di ampliare, in tempi ragionevoli, il protocollo Italia-Cina all’esportazione di altre due produzioni agrumicole: l'arancia bionda e il limone. Per quest'ultimo prodotto, ha spiegato Laudani, "sarebbe necessario eliminare l'obbligo del cold-treatment, in quando il limone non può reggere fisicamente a questo tipo di trattamento". Un altro argomento all'ordine del giorno è stato quello delle azioni di comunicazione: a tale scopo, è stato proposto un coordinamento, a livello siciliano, a cui il Distretto Agrumi di Sicilia ha dato la sua disponibilità a partecipare al fianco del servizio marketing della Regione Sicilia. 

"Riteniamo di avere dato un significativo input all’apertura del mercato cinese alle esportazioni dei nostri agrumi e questo incontro, grazie alla sensibilità del ministero, è stato decisamente utile e costruttivo" ha commentato Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia nel sottolineare che “per affrontare un mercato nuovo e di grandi dimensioni come quello cinese c’è assolutamente bisogno di attivare un’operazione di sistema, valorizzando principalmente i marchi collettivi e in primis le produzioni Arancia Rossa di Sicilia Igp e le altre produzioni Dop, Igp e biologiche.


Federica Argentati

“Il mercato cinese, seppure rappresenti una grande opportunità, è ancora un mercato lontano e complicato anche dal punto di vista logistico, amministrativo e di tutela delle nostre produzioni di qualità - ha proseguito Argentati - Il Distretto, come sempre, è pronto fare la sua parte al servizio delle imprese e delle istituzioni che ci auguriamo si impegnino a fondo per sfruttare questa occasione e contribuiscano a portare avanti logiche di sistema grazie alle quali la nostra agrumicoltura può andare lontano".

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