Nei Mercati il fattore «Q» fa la differenza

Consumi e prezzi in flessione, ma non per l'ortofrutta di qualità

Nei Mercati il fattore «Q» fa la differenza
Conta la qualità. Nei Mercati e Centri agroalimentari italiani è sempre più il fattore “Q” la discriminante per fare affari e guadagnare in maniera adeguata. In un luglio di luci e ombre (anche se nell’ultima settimana si è avvertito qualche segnale di rallentamento), gli operatori intervistati da Italiafruit News sottolineano la notevole differenza tra prodotto di alta fascia e commodity. Anche perché il livello qualitativo medio è tutt’altro che elevato. 



“Il maltempo della tarda primavera e il gran caldo di giugno hanno danneggiato i prodotti nei campi e c’è poca materia prima buona in giro, anche tra la frutta estiva", spiega Marco Marrapese, grossista di Verona. "Pesche e angurie hanno problemi di gusto, l’offerta di meloni nell’ultima settimana è aumentata notevolmente a discapito delle quotazioni, mentre i consumi sono in fase di lieve flessione. Quel poco che c’è di buono, non più del 20% del totale, viene pagato bene: a fare la differenza è anche il packaging e la lavorazione, perché nulla va lasciato al caso. Nel complesso il mercato interno è fiacco; più vivace l'export con il Nord Europa”. 

"Questo, nei Mercati, è il periodo più calmo dell’annobassi i volumi e soprattutto bassi i prezzi: sarà così fino a ferragosto", esordisce Salvatore Musso dall'Ortomercato di Milano. "Al momento alcuni articoli vanno via a prezzi stracciati, come le angurie, i meloni, le pesche, nonostante la calura di questi giorni potesse far pensare a consumi maggiori. Fatto sta che le quotazioni sono arrivate a toccare punte minime di 0,10/0,20 centesimi al kg. Mancano i consumi, anche perché la città è praticamente vuota". "Bisognerà aspettare i primi rientri per avere una graduale ripresa, e l’apertura delle scuole per tornare a parlare di un ritorno alla normalità", conclude l'operatore milanese.

"Con questo caldo - dice da Torino Stefano Cavaglià - è difficile trattare e commercializzare al meglio articoli dedicati come frutta e verdura: non è sicuramente un momento brillante, ci sono problemi di qualità e i consumi sono in calo anche a causa del fatto che molti torinesi sono già in ferie".  



“Giugno e luglio sono stati fin qui abbastanza positivi”, spiega invece dal Car di Roma Riccardo Pompei. “E’ un tipico mercato estivo che, nelle grandi città come la nostra, si caratterizza per la riduzione del bacino d’utenza locale dovuto alle ferie, con i weekend contrassegnati da partenze in massa per i lidi vacanzieri. Ciò nonostante i grossisti hanno lavorato abbastanza bene e le aziende che puntano sulla qualità hanno registrato scambi sostenuti”. 

“In questa fase - prosegue l’operatore romano - il commercio di meloni si è praticamente fermato, le angurie hanno rallentato in termini di volumi e prezzi, le albicocche sono in una fase confusionale così come le prugne; si vendono bene le pere Coscia di importazione, soddisfacenti i trend di melanzane e pomodori ciliegino e piccadilly, mentre a causa degli effetti del maltempo di maggio mancano all’appello pomodoro verde, cuore di bue, oblungo così come i fagiolini e altri ortaggi; le ciliegie sono agli sgoccioli, c’è ancora un po’ di produzione del Trentino Alto Adige. Delude, infine, la prima uva pugliese, ha evidenti problemi: tira molto di più la Vittoria siciliana”.

 
“Dopo tre settimane molto vivaci - spiega dal Mercato di Palermo (foto sopra) il rappresentante dei grossisti Alberto Argano - nei giorni scorsi abbiamo notato e subito una significativa flessione delle vendite, con pochissime contrattazione: non escludo si tratti della sindrome della quarta settimana, i soldi rimasti sono pochi e la gente taglia le spese”

Anche a Palermo nel periodo estivo diminuiscono gli affari: la popolazione locale, principale riferimento per gli affari del mercato di via Montepellegrino - afferma Argano - si riversa nelle case al mare e di campagna. Per quanto riguarda i prezzi, l'operatore sottolinea che “tutta la frutta di stagione è quotata meno di un euro; le angurie, in flessione dopo il buco produttivo di fine-giungo inizio luglio, non vanno oltre i 40-50 centesimi e anche il melone ha rallentato, sebbene il  cantalupo, in controtendenza, spunti tra l’1,30 e l’1,50. Quotazioni importanti per i fagiolini, tra 2,30 e 2,50 il chilo”. Anche in Sicilia emerge in maniera inequivocabile il tema della qualità: “Rispetto alla scorsa estate il grado zuccherino della frutta è più basso e il sapore lascia a desiderare. Chi dispone di prodotto extra, lo vende molto bene”.

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