«Miglioramento genetico, Ue ferma»: appelli dall'Italia

«Miglioramento genetico, Ue ferma»: appelli dall'Italia
A un anno dalla sentenza della Corte di Giustizia Europea che ha fatto ricadere i prodotti ottenuti con le nuove tecniche di miglioramento genetico (NBTs) nella direttiva 2001/18/CE sugli Ogm, Assosementi, Associazione Luca Coscioni, Federazione Italiana Scienze della Vita, la Società Italiana Genetica Agraria e Science for Democracy si fanno sentire.

“In questo periodo nulla è cambiato per l’agricoltura europea, mentre i principali competitor extra Ue procedono nell’applicazione di queste tecniche che consentono un miglioramento preciso e veloce delle colture”, ha dichiarato Giuseppe Carli, presidente di Assosementi, che riunisce le aziende sementiere italiane. “La modifica della direttiva Ogm sarebbe una prima reale azione per cercare di realizzare un’agricoltura sostenibile, perché l’impiego delle NBTs consente ai ricercatori e al settore sementiero di ottenere varietà più resistenti ai patogeni, riducendo così il ricorso ai fitofarmaci, più tolleranti alle condizioni climatiche avverse (salinità, siccità, eccesso idrico, carenze nutrizionali, caldo, freddo) e più nutrienti”.
 
“In molti Paesi al di fuori dell’Europa le NBTs sono soggette ad una regolamentazione che si basa sulla valutazione delle caratteristiche del prodotto finale e non dei metodi utilizzati per ottenerlo. Una simile impostazione - continua Carli - ha un duplice vantaggio: da un lato permette di garantire il controllo su ciò che si produce e dall’altro non blocca l’innovazione. Infatti, poiché la modifica ottenuta con le NBTs, in particolare con il genome editing,  è analoga a quanto si potrebbe ottenere spontaneamente in natura non dovrebbe essere soggetta al complesso sistema di valutazione previsto per gli Ogm, rendendola così accessibile anche a piccole e medie imprese”. 


 
“Va inoltre sottolineato che alcuni prodotti derivanti dall’applicazione delle NBTs sono caratterizzati da modifiche indistinguibili da quelle spontanee. Ciò porta - ribadisce il presidente - all’attuale paradosso per cui due piante geneticamente identiche e di fatto indistinguibili, risultano regolamentate in maniera diversa”.
 
“Assosementi rivolge un appello alle rinnovate istituzioni comunitarie e a quelle nazionali, affinché adottino misure in grado di rilanciare l’agricoltura europea, garantendone la competitività grazie all’utilizzo delle più moderne tecniche di miglioramento genetico. A tal fine è necessario rivedere l’attuale regolamentazione che priva i nostri agricoltori delle opportunità fornite dall’innovazione varietale” ha concluso Carli.
 
E ieri l’Associazione Luca Coscioni, la Federazione Italiana Scienze della Vita, la Società Italiana Genetica Agraria, Science for Democracy hanno presentato alla Camera dei Deputati una lettera aperta diretta alle istituzioni europee e al governo italiano per chiedere un ripensamento strutturale di quanto deciso della Corte sulle nuove tecniche di mutagenesi (editing dei genomi) applicate agli organismi vegetali.

"La decisione della Corte del Lussemburgo svantaggia pesantemente i centri di ricerca pubblici che vedranno marchiare come Ogm piante con mutazioni simili a quelle spontanee – ha detto Filomena Gallo, segretario dell'Associazione Luca Coscioni – e penalizzerà gravemente l’agricoltura italiana che potrebbe eccellere in produzioni sostenibili sottraendo strumenti sicuri di innovazione - e magari consolidando la necessità di importazione dall’estero di prodotti Ogm come soia e mais, per la produzione finale di molte delle eccellenze del Made in Italy”.

Gennaro Ciliberto, presidente della Federazione italiana Scienze della Vita, ha ricordato come “la comunità scientifica italiana ed europea tornano a chiedere alle istituzioni e ai cittadini di apportare le necessarie modifiche a una legislazione che appare ormai superata dalle più recenti conoscenze". La direttiva europea sugli Ogm è del 2001 mentre una delle più promettenti tecnologie di editing del genoma, nota anche come Crispr, è stata registrata nel 2012.

"Le tecnologie genomiche tra le quali l'editing del genoma – ha ricordato Enrico Pe’, Presidente in pectore della Società Italiana Genetica Agraria – sono uno strumento formidabile, efficiente, sicuro e posto costoso che può dare un contributo sostanziale alla sostenibilità dell'agricoltura del XXI secolo". Rispondendo in parte a una presa di posizione contro Crispr da parte di Slow Food in cui si accusava la scienza di essere prepotente.

Marco Cappato, Tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni ha ricordato il perché l'Associazione s'interessa di questi temi sottolineando come "si tratti di consentire il più ampio godimento dei benefici delle più recenti scoperte scientifiche - il cosiddetto diritto alla scienza - per consentire ai cittadini la possibilità di migliorare la qualità della propria vita”. 

Oltre a inviare direttamente la lettera aperta alle autorità a cui è diretta, Cappato ha anche annunciato l'impegno futuro "di unirsi a un'iniziativa dei cittadini europei, lanciata da una rete di giovani ricercatori, che chiede di esonerare Crispr dalla decisione della Corte di giustizia europea proponendo un addendum alla direttiva del 2001. Riteniamo opportuni unirci a questa mobilitazione di scienziati anche con il fine di coinvolgere l'opinione pubblica con questo nuovo strumento di democrazia partecipativa a disposizione dei cittadini europei".