Grandine e vento sferzano le coltivazioni del Nord

Continua la pazza estate climatica: si invoca lo stato di calamità naturale per le zone colpite

Grandine e vento sferzano le coltivazioni del Nord
Agosto inizia nel segno della grandine e dei danni per i produttori di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. La perturbazione che ha colpito il Nord venerdì scorso - oltre a piogge violente e grandine anche raffiche di vento che hanno sfiorato, e in alcuni casi superato, i cento chilometri orari - ha lasciato il segno.

In Romagna, specie nel ravennate, sono stati pesantemente colpiti i frutteti, nel Piacentino è il pomodoro ad aver subito i danni maggiori.
A Montagnana (Padova) si è verificato un episodio particolarmente violento. Racconta Mirko Guglielmi, agricoltore e presidente del comprensorio di Montagnana per Coldiretti: "Abbiamo perso tutto, o quasi. Continuo a ricevere telefonate di imprenditori che non sanno da che parte iniziare. I vigneti sono quasi del tutto distrutti: dove la furia del vento si è fatta sentire con maggior forza i pali di sostegno sono stati piegati fino a terra. Lo stesso è successo per i frutteti, soprattutto le mele. Drammatica anche la situazione per chi ha ortaggi e serre, spazzate via dal vento. Solo a San Zeno vi sono 5 ettari di serre per la coltivazione di meloni e angurie completamente distrutte ed è stata scoperchiata una stalla. Chi ha radicchi o altre coltivazioni a pieno campo valuterà nei prossimi giorni cosa recuperare dopo la quantità d’acqua e di grandine caduta, lo stesso per i seminativi come mais, soia o barbabietole. Il vento ha sradicato alberi secolari, ci vorranno settimane per rimettere tutto a posto ma ormai la stagione è compromessa".



Il maltempo ha colpito anche l’agricoltura bergamasca, dove si segnalano serre scoperchiate. Coldiretti segnala che "le ultime tempeste di grandine hanno investito la zona di Lecco e la Bergamasca con danni fino all'80% delle serre di insalate. Il maltempo - precisa - ha distrutto campi di rabarbaro, reso impraticabili le strade di campagna e isolato i pascoli mentre in Veneto sono stati investiti vigneti e uliveti a macchia di leopardo in questo inizio d'agosto anomalo".



Nel Ravennate, come detto, la grandine ha fatto danni. Lo conferma Stefano Francia, presidente di Condifesa Ravenna: "Raccolta azzerata in ampie aree: la grandinata di grosse dimensioni e di forte intensità ha pesantemente compromesso le produzioni di frutta verdura e uva, oltre ad aver danneggiato pesantemente anche le colture estensive".

Prodotti danneggiati ma ancora buoni che, se raccolti immediatamente e immessi sul mercato, potrebbero essere tranquillamente consumati, anziché diventare uno scarto. Cia – Agricoltori Italiani Ferrara fa un appello alle principali catene della Grande distribuzione e ai consumatori: mettete in vendita e acquistate i prodotti danneggiati.



“Non si può buttare cibo maturo, in molti casi appena segnato, solo perché la filiera non vuole commercializzarlo - commenta Stefano Calderoni, presidente di Cia - Agricoltori Italiani Ferrara - Si tratta di un atto che va, innanzitutto, contro i principi fondamentali dello spreco alimentare e poi, naturalmente, si tratta di un ulteriore danno alle aziende agricole che, come sappiamo, quest’anno hanno già i conti in rosso. Quel poco che rimaneva, infatti, è letteralmente da buttare, ma solo perché il nostro sistema di distribuzione e le modalità di consumo rendono difficile, se non impossibile, portarli sulle tavole. Quindi vorrei – continua Calderoni – fare un appello alla Grande distribuzione perché, in casi di grave difficoltà come questo, con i suoi fornitori allo stremo, riesca a creare nei punti vendita uno spazio per accogliere questi prodotti che vanno naturalmente venduti a brevissimo giro. Si potrebbe creare un canale diretto di conferimento, anche in accordo con le diverse cooperative e Op del territorio, per organizzare la logistica distributiva. Poi, naturalmente, chiedo ai consumatori: non comprate solo con gli occhi! Un prodotto non perfetto, magari ammaccato, se consumato subito conserva tutte le caratteristiche organolettiche ed è altrettanto buono rispetto a quello privo di difetti evidenti".



Anche la politica si muove. Il deputato emiliano Tommaso Foti ritiene "indispensabile ed urgente decretare lo stato di calamità naturale. Gli accadimenti di venerdì - scrive Foti in una interrogazione parlamentare - hanno danneggiato sino al 70% delle colture in Valtidone, Valtrebbia, Valchero e Valluretta. E’ di tutta evidenza che danni di questa entità richiedano l’immediata mobilitazione delle istituzioni. Fenomeni atmosferici di questo tipo, prima solo eccezionali, sono purtroppo divenuti una sconfortante consuetudine. Si provveda immediatamente a richiedere, per i territori interessati, lo stato di emergenza da parte della regione Emilia-Romagna, nonché il riconoscimento dello stato di calamità naturale per i danni all'agricoltura. Una richiesta rispetto a cui ci attendiamo urgente riscontro e lo stanziamento di adeguate risorse da parte del Ministero delle politiche agricole”.

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