Nuovo Mercato di Milano, ultimatum dei grossisti Ago

Sogemi nel mirino: «Protocollo d'intesa da rivedere, disservizi e carenze insostenibili»

Nuovo Mercato di Milano, ultimatum dei grossisti Ago
Acque agitate all’Ortomercato di Milano: a poche settimane dalla posa della prima pietra per la realizzazione della nuova struttura, tornano tesi i rapporti tra società di gestione e grossisti Ago-Fedagro, che si dicono “stanchi della cronicità di disservizi e carenze cui Sogemi non può o non vuole dare risposte adeguate” e sottolineano come sia scaduto il protocollo d’intesa sulla ristrutturazione del Mercato, il cui avvio è atteso a inizio 2020.

“Siamo molto preoccupati per il futuro delle aziende e degli ottomila lavoratori che oggi operano qui – dichiara Fausto Vasta, presidente Ago, al termine del recente incontro tra soci che ha preceduto l’assemblea Sogemi in programma venerdì 4 ottobre – perché ci chiediamo come la società di gestione, che oggi non riesce a contrastare il continuo deteriorarsi dell’Ortomercato, riuscirà domani a costruire e far funzionare il nuovo mercato, che si dovrà realizzare anche con i nostri soldi. Le condizioni lavorative odierne sono talmente insufficienti in tutti gli ambiti, che dobbiamo valutare con attenzione i prossimi impegni e riflettere su tutte le possibilità”.



Il protocollo d’intesa sottoscritto nel 2017, che tracciava un percorso condiviso per la costruzione del nuovo padiglione Ortofrutta, sottolinea Ago in una nota, non è stato rinnovato e aggiornato, “mentre la società procedeva secondo i suoi interessi, realizzando iniziative inaspettate ed inutili per la totalità degli operatori”. Il riferimento, tra gli altri, è al progetto Foody City Logistics.

“A breve – prosegue Vasta – saremo chiamati a firmare contratti, estremamente onerosi, per la realizzazione del nuovo padiglione ortofrutta. Prima di procedere però è necessario, anche per Sogemi, che sia nuovamente stabilito un percorso condiviso, che permetta di costruire una piattaforma logistica realmente dedicata ai servizi collettivi e un nuovo ortomercato finalmente funzionale per gli operatori. Dobbiamo anche capire, con l’aiuto e la garanzia dell'assessore al Bilancio del Comune di Milano Roberto Tasca, se le modalità di finanziamento dell’operazione sono adeguate alla legislazione attuale e se vi è certezza del costo finale del prestito”.

Insomma, si rischia di dover ripartire da zero. O quasi. “Se non si agisce nel pieno interesse della collettività e degli operatori l'Ortomercato che è stato una delle eccellenze nazionali, non tornerà mai più agli antichi splendori economici e occupazionali e si dovranno esplorare altre ipotesi per affrontare e vincere le nuove sfide del mercato”, conclude Vasta. La cronologia dei lavori non è stata rispettata e la fase contrattuale, ribadisce l’esponete Ago, “è in alto mare”.

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