Cooperativa di Legnaia in liquidazione

Dal vivaio alla commercializzazione, coinvolti 500 soci e cento dipendenti

Cooperativa di Legnaia in liquidazione
Una storica realtà toscana, la Cooperativa di Legnaia, è finita in liquidazione coatta amministrativa. All'assemblea dei soci del 27 ottobre non si è trovata una strada percorribile per far fronte alle difficoltà finanziarie dell'impresa e così la cooperativa fondata a Firenze nel 1903 ora aspetta la nomina di un commissario da parte del Ministero dello sviluppo economico.



La cooperativa è formata da circa 500 soci, con una spiccata attività in ambito ortofrutticolo. Cooperativa Agricola di Legnaia ha due punti vendita, un centro agro-commerciale e uno stand all'interno di Mercafir, il mercato ortofrutticolo di Novoli (Firenze). I lavoratori sono 57, che salgono a 98 con quelli dei tre negozi e della controllata Legnaia Vivai, azienda agricola impegnata nella produzione delle piante orticole da trapianto per i soci agricoltori e dal vivaio di vendita, in cui gli appassionati del verde possono acquistare piante e fiori, oltre a una grande varietà di ortaggi e piante aromatiche da orto.

Dal 2013 al 2015 la cooperativa aveva vissuto un momento di difficoltà, poi nel 2016 l'accordo con le banche e un progetto per uscire dalla crisi: cessione di punti vendita (erano una quindicina) e concentrazione sulle aree strategiche, tra cui biologico e prodotti locali. Ad esempio il cavolo nero toscano - il direttore Carlo Pinferi aveva annunciato la volontà di ottenere l'Igp - la zucchina fiorentina e il pomodoro costoluto.



Ma quest'anno la crisi è tornata a mordere. Spiega la società: "Nell’assemblea ordinaria della Cooperativa di legnaia i soci sono stati chiamati a sottoscrivere un aumento di capitale con lo scopo di ripristinare un patrimonio netto tale da consentire all’azienda di proseguire l’attività. Visto l’impossibilità di proseguire nel piano di ristrutturazione predisposto, il consiglio d’amministrazione e la direzione si sono presentati dimissionari, auspicando una disponibilità da parte dei soci lavoratori ed agricoltori a formare un nuovo gruppo che, una volta raggiunta la ricapitalizzazione, riprendesse il dialogo con gli istituti di credito, le rappresentanze sindacali e i fornitori per la realizzazione di un nuovo piano di risanamento. Il consiglio ha dovuto constatare che le sottoscrizioni di nuovo capitale non sono state sufficienti neppure a coprire le perdite al 31 di agosto, di conseguenza sono mancate le condizioni per la formazione di un nuovo consiglio d’amministrazione. Gli amministratori con senso di responsabilità restano al loro posto per assicurare la prosecuzione dell’attività, in attesa che l’istruttoria avviata dal Ministero dello sviluppo economico faccia il suo corso con la nomina di un commissario".



Intanto politica e sindacati si mobilitano. Le parti sociali chiedono tutele per i quasi cento lavoratori coinvolti, mentre i sindaci Dario Nardella (Firenze), Sandro Fallani (Scandicci) e Paolo Omoboni (Borgo San Lorenzo) lanciano un appello sulla crisi della Coop di Legnaia: “Pronti a collaborare ad ogni ipotesi che possa tramutarsi in soluzione efficace”. E gli amministratori pubblici hanno chiesto di incontrare il commissario al tavolo di crisi convocato dalla Regione Toscana, non appena sarà nominato.

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