Una tonnellata di cocaina tra le banane

Una tonnellata di cocaina tra le banane
Una tonnellata di cocaina nascosta fra i caschi di banane. Un carico da 250 milioni di euro proveniente dal Sud America con destinazione Germania, intercettato a Gioia Tauro. È un sequestro record quello che i carabinieri del Ros e del comando provinciale di Reggio Calabria, insieme alla Guardia di finanza e ai funzionari dell’Europol hanno eseguito al porto di Gioia Tauro. “L’anno scorso, a parità di attività di controllo, abbiamo sequestrato circa 200 chili di cocaina, nel corso dell’ultimo anno circa 600 chili. In questo caso c’era un carico da una tonnellata che viaggiava in un’unica spedizione” dice il procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, per spiegare l’eccezionalità del sequestro.

Divisa in 144 imballi, la cocaina era nascosta fra le casse di banane, all’interno di un container frigo. Un espediente classico per i trafficanti, che spesso nascondono la droga nei container refrigerati, generalmente meno soggetti a controlli invasivi per evitare di rovinare la merce. Tuttavia quella spedizione aveva già calamitato l’attenzione di diverse forze di polizia. Tutto merito di un modello di analisi di rischio sviluppato nel tempo che permette di individuare i container potenzialmente sospetti sulla base di una serie di elementi come provenienza, carico, destinazione, rotte.

A causa del volume di traffico dell’hub di Gioia Tauro, è impossibile controllare ogni box che transiti per lo scalo, per questo è necessario individuare prima i carichi potenzialmente "a rischio".  “Ed è un sistema che sta funzionando - commenta Bombardieri - ce lo dicono i dati dei sequestri”.


 
Nella notte fra lunedì e martedì, i sospetti delle diverse forze di polizia nazionali e internazionali si sono concentrate su una serie di container, che si è deciso di sottoporre a controlli. I pesanti box sono stati isolati fra le migliaia di box di una spedizione e sottoposti a controllo con il radioscanner dell’Agenzia delle dogane. È così che sono stati individuati gli imballi che hanno indotto gli investigatori ad aprire il container per cercare il carico fra le casse.

Un controllo approfondito che ha dato i suoi frutti. E non solo in termini di droga sequestrata. “Se c’è un dato che ci restituisce questa come altre attività – commenta il procuratore capo di Reggio Calabria – è che Gioia Tauro è tornato ad essere uno degli scali principali per il passaggio di droga. Nel 2016/2017 da una parte avevamo registrato un cambio nelle rotte del traffico di cocaina, dall’altra anche grazie alle nostre indagini e alla cooperazione internazionale con altre forze di polizia, c’erano stati una serie di sequestri sia nei Paesi d’origine delle spedizioni, sia in diversi scali europei, Spagna e Belgio in primis. Questo, come altri sequestri ci suggeriscono invece che la tendenza stia cambiando e Gioia Tauro stia tornando ad avere un ruolo fondamentale”. Quale e per chi, fra i clan storicamente "grossisti" della coca,  toccherà alle inchieste definirlo. “Ma quest’attività – promette Bombardieri – non è la fine, ma l’inizio di  un’indagine”.

Fonte: La Repubblica