«Prodotti di nicchia a rischio contraffazione»

Il caso della Cipolla rossa di Acquaviva. Abrusci (Slow Food): «Difendersi con la conoscenza»

«Prodotti di nicchia a rischio contraffazione»
Conoscere il prodotto per evitare spiacevoli fregature. Questo vale per il consumatore, ma anche per il buyer. Le sollecitazioni di Mario Gasbarrino agli operatori della Gdo (clicca qui per leggere l'articolo) vengono condivise e sposate appieno dalla Cipolla rossa di Acquaviva delle Fonti, presìdio pugliese di Slow Food.



Vito Abrusci, referente dei produttori del presìdio, da anni lavora per difendere il marchio dal rischio di contraffazione. E come spiega a Italiafruit i casi sono purtroppo frequenti. "Riceviamo segnalazioni di prodotti venduti come Cipolla rossa di Acquaviva che però non sono prodotti nel nostro territorio seguendo il nostro disciplinare - rimarca Abrusci - E questo spesso succede non per malafede del distributore, ma per la scarsa conoscenza del prodotto: capita di preferire il nome al prodotto. Una nicchia come la nostra è conosciuta e di richiamo, ma la fase di commercializzazione dovrebbe difendere il lavoro che facciamo noi in campagna, per dare al consumatore un prodotto autentico, attraverso una chiarezza anche a scaffale".



La cipolla Rossa di Acquaviva, così come il Cece nero della Murgia carsica, sono due nicchie che grazie a Slow Food si stanno recuperando. Prodotti tipici, profondamente legati al territorio, che però iniziano a farsi spazio nella Grande distribuzione, sia italiana che all'estero. "Il traino del mondo degli chef e della cucina è importante - aggiunge il referente Slow Food - perché sono alla ricerca di queste eccellenze, le valorizzano nelle loro ricette e poi anche i consumatori si orientano in questa direzione. Ecco perché anche i retailer dovrebbero prestare grande attenzione all'origine. Noi, dopo aver recuperato il seme di questi prodotti, stiamo tentando di aggregare produttori nel rispetto del disciplinare: questo per eliminare dal mercato quella contraffazione che, mossa da una lobby che sfrutta il nostro marchio, danneggia il nostro lavoro immettendo sul mercato prodotti non originali. Noi lavoriamo e investiamo per sviluppare una produzione autentica e un brand, e poi altri ne approfittano. Per riconoscere e apprezzare un lavoro di difesa della biodiversità, condotto nel rispetto dell'etica e della tradizione orticola - evidenzia Abrusci - serve conoscenza: il consumatore deve essere informato".



E con il progetto BioDiverso della Regione Puglia negli ultimi anni si è fatto tanto in questa direzione. Si tratta di uno straordinario percorso che nell’arco di dieci anni ha recuperato, studiato e tutelato numerose varietà locali di specie ortive, portando la Puglia all’avanguardia nella difesa e valorizzazione della biodiversità agricola.



La Cipolla rossa di Acquaviva presenta buona attività antiossidante, determinata dalla presenza di antociani, flavonoidi e fenoli, sostanze coinvolte nella protezione di patologie degenerative.



"Nel ricco panorama ortofrutticolo d’Italia, la cipolla rossa di Acquaviva si distingue per aspetto e sapore - rimarca Abrusci - La forma a disco appiattito, il colore intenso e la sorprendente dolcezza definiscono l’unicità di questo generoso frutto della terra di Puglia. La coltivazione è praticata esclusivamente nel territorio di Acquaviva, con semina in settembre e raccolta che inizia ai primi di luglio e si protrae fino ad agosto. La resa media per ettaro è molto inferiore alla media nazionale, 150/200 quintali contro i circa 300 della media nazionale. La ragione sta in parte nelle caratteristiche intrinseche della varietà e, in parte, nel tipo di coltivazione che rimane soprattutto manuale. Mantenendo al minimo gli interventi di tipo chimico, si rende necessaria una dose supplementare di lavoro in campo: le sarchiature e le scerbature (operazioni di diserbo manuale dei filari) devono essere frequenti e questo si riflette anche sul costo del prodotto finale". Tutti aspetti che il consumatore deve conoscere per capire il valore del prodotto e il prezzo finale.


Vito Abrusci, autore di un libro dedicato alla Cipolla rossa di Acquaviva, assieme al fondatore di Slow Food Carlo Petrini

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