Pesche e nettarine, la speranza ricade nelle ruspe spagnole

Piano d'emergenza per abbattere 10mila ettari. Vernocchi: buona notizia

Pesche e nettarine, la speranza ricade nelle ruspe spagnole
Si accende una speranza per il futuro delle pesche e nettarine. Il mondo organizzato della Spagna ha capito di aver piantato troppi pescheti negli ultimi decenni e che è quindi prioritario, per non dire doveroso, dismettere una parte degli impianti per riportare l'offerta europea a un livello non strutturalmente eccedentario. 

Da questa consapevolezza il Comitato delle Drupacee dell’Afrucat – la più importante Aop frutticola spagnola, con sede a Lleida in Catalogna – nel corso della sua ultima riunione, tenutasi martedì 10 dicembre, ha convenuto di promuovere un piano di emergenza che, tra le varie misure, sollecita il ministero dell’Agricoltura ad incentivare l’abbattimento di circa 10mila ettari di frutteti di pesche e nettarine in quattro regioni (Catalogna, Aragona, Murcia ed Estremadura), con l’auspicio di orientare positivamente le prossime campagne commerciali.

L'esecuzione del piano emergenziale, secondo le valutazioni fatte dall’Afrucat, potrebbe consentire di togliere dal mercato europeo circa 300mila tonnellate frutti per ogni annata, vale a dire circa il 25% dell'attuale produzione spagnola di pesche e nettarine. Un volume che il direttore generale dell’Aop, Manel Simon, ritiene "sufficiente" per invertire la pesante crisi peschicola che perdura ormai dalla fine dell'estate 2014, momento in cui entrò in vigore l'embargo russo.


Un momento della riunione del Comitato Drupacee dell'Afrucat


“C’è bisogno di fare qualcosa per salvare un comparto che, per tre annate consecutive, è stato fortemente toccato dalle perdite. I produttori hanno dovuto sostenere incrementi dei costi, ma le liquidazioni non sono aumentate" precisa Sisco Palau, presidente del Comitato delle Drupacee.

Il piano promosso dall’Afrucat richiede al ministero dell’Agricoltura spagnolo di mettere a disposizione circa 50 milioni di euro. Risorse che saranno utili non solo per incentivare gli espianti, ma anche per ridurre la pressione fiscale a favore del miglioramento della liquidità dei produttori e per sostenere una serie di misure di medio e lungo termine dedicate all’aggregazione, alla promozione dei consumi, all’esportazione e all’apertura di nuovi mercati esteri.

“Nell’ultima campagna estiva, di forte crisi, i volumi di pesche e nettarine a livello europeo si sono attestati a 4 milioni di tonnellate, circa 400-500mila tonnellate in più rispetto alla effettiva domanda dell'Unione europea. Con le 300mila ton in meno, preventivate dall'Afrucat, si potrebbero quindi creare condizioni sicuramente più favorevoli per risalire la china”, ha spiegato a Italiafruit News Davide Vernocchi, coordinatore del settore Ortofrutticolo di Alleanza Cooperative Agroalimentari, che ha appreso con soddisfazione la notizia.


Davide Vernocchi

“Ritengo che sia quantomai opportuno che gli operatori spagnoli si stiano indirizzando sulla riduzione degli ettaraggi di pesche e nettarine  ha proseguito – Nell’ultimo decennio, infatti, la Spagna ha realizzato importanti investimenti produttivi senza seguire una benché minima programmazione, come nel caso delle pesche piatte dove, in poco tempo, è riuscita a superare le 600mila tonnellate annue. Queste scelte hanno compensato abbondantemente il calo delle superfici che si è verificato in Italia e messo in seria difficoltà l'intero comparto peschicolo europeo".
 
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