Pomodori, a Pachino sale il malcontento

L'agronomo Matassa: «I prezzi sono già insoddisfacenti a causa della concorrenza estera»

Pomodori, a Pachino sale il malcontento
Tira già aria di malcontento tra i produttori di pomodoro di Pachino (Sicilia), nonostante la campagna del prodotto sotto serra sia iniziata da appena due mesi scarsi. La causa dell'insoddisfazione è riconducibile essenzialmente all'inasprimento della concorrenza estera portata dalla Spagna e, in modo particolare, dal Marocco. Concorrenza che, nelle ultime settimane, ha appesantito l'offerta a livello europeo e ridotto, di conseguenza, i prezzi medi.

"Nel Pachinese, gli impianti sotto serra di pomodori sono ormai entrati a pieno regime”, spiega a Italiafruit News Andrea Matassa, consulente agronomico della Società cooperativa Verdeoro - socia del Consorzio di tutela del Pomodoro di Pachino Igp - e di altre aziende orticole locali. 

“Le raccolte, in corso dal mese di novembre, procedono in maniera un po' altalenante sul fronte delle quantità per via dell'elevata escursione termica tra notte e giorno. Ma la qualità dei frutti è mediamente elevata. E, in generale, non si registrano particolari problematiche a livello produttivo e fitosanitario".



La commercializzazione, invece, ha cominciato a dare i primi segnali negativi, come osserva il consulente. "La campagna era partita bene, con buoni prezzi per il pomodoro pachinese. Le quotazioni, col passare delle settimane, si sono però già abbassate a livelli insoddisfacenti per fare reddito”.

Quali sono le ragioni? "Soprattutto una - sottolinea Matassa - Paghiamo la concorrenza di prezzo di altri Paesi Ue ed extra-Ue, che possono fare affidamento su costi di produzione più bassi. E, oltre alle quotazioni, è scesa anche la richiesta. Al punto che tante aziende fanno già fatica a vendere”.

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