Glifosate, dagli Usa si escludono rischi per la salute

Continua la polemica sull’erbicida, in crescita la platea dei sostenitori

Glifosate, dagli Usa si escludono rischi per la salute
Da anni al centro delle polemiche mediatiche e giudiziarie per la sua presunta cancerogenicità, il glifosate è stato dichiarato non pericoloso per la salute umana. A sostenerlo è uno studio dell’agenzia per la protezione dell’ambiente (Epa) Usa pubblicato nei giorni scorsi.

Non nuova a schierarsi a favore della sostanza, utilizzata prevalentemente nelle tecniche di agricoltura conservativa, l’agenzia sottolinea come “non vi sono motivi di preoccupazione quanto a rischi di tipo alimentare per alcun segmento della popolazione, neanche seguendo le ipotesi più prudenziali applicate nelle valutazioni (come residui al massimo livello di tollerabilità, applicazione diretta all'acqua e trattamenti sul 100% delle colture)”.
L’agenzia ha inoltre specificato che non esistono rischi di tipo residenziale, professionale e per gli astanti non occupazioni.

Confagricoltura Veneto concorde con Epa
Favorevole al giudizio espresso dall’Epa anche Confagricoltura Veneto che, tramite il suo presidente Lodovico Giustianini comunica: “La valutazione dell’agenzia statunitense conferma quanto sostenuto da tempo, sulla base della scienza e non del pregiudizio, dalla nostra organizzazione: riteniamo importante continuare a utilizzare questa sostanza non solo da un punto di vista economico, perché si rischierebbe di mettere in crisi numerose imprese agricole, ma anche ambientale perché l’utilizzo di prodotti fitosanitari come questo consentono non solo un efficace controllo delle infestanti, ma anche una conseguente riduzione al minimo delle pratiche di coltivazione dei terreni e delle emissioni di gas serra, preservando il suolo e permettendoci di produrre cibo per tutta la popolazione. Anche questa vicenda evidenzia come, prima di ricorrere alla demonizzazione di alcune modalità produttive, sia opportuno analizzare le questioni tenendo nella massima considerazione i pareri espressi dalla comunità scientifica internazionale”.

Anche Bayer tra i sostenitori
Tra coloro che hanno accolto favorevolmente la riconferma di Epa anche la multinazionale farmaceutica Bayer. Lo stesso Liam Condon, membro del consiglio di amministrazione di Bayer e presidente della divisione Crop Science ha commentato: "L'ultima decisione dell'Epa sugli erbicidi a base di glifosate aggiunge alla valutazione a lungo termine delle principali autorità internazionali per la salute che questi prodotti possono essere utilizzati in modo sicuro e che il glifosate non è cancerogeno”.
“Gli erbicidi a base di glifosate sono uno dei prodotti più studiati nel loro genere – sempre Condon - Questo è uno dei motivi principali per cui gli agricoltori di tutto il mondo continuano a fare affidamento su questi prodotti non solo per il loro efficace controllo delle infestanti, ma anche per ridurre al minimo le pratiche di coltivazione del terreno, ridurre le emissioni di gas serra, preservare più terra per gli habitat e fornire cibo sufficiente per soddisfare le esigenze di una popolazione in crescita. La valutazione scientifica del team di esperti dell’Epa rappresenta un gold standard per rigore scientifico che viene rispettato dagli esperti di registrazione e dagli scienziati di tutto il mondo".

Il fronte pro-glifosate si allarga
Confagricoltura Veneto e Bayer non sono le uniche a sostenere la posizione pro-glifosate. Prima di loro, si erano già espresse in maniera positiva l’Efsa (European food safety authority), l’Echa (European chemicals agency), la German BfR, il Jmpr (Joint Fao/Who Meeting on pesticide residues) e le autorità regolatorie di Australia, Canada, Corea, Nuova Zelanda e Giappone
Dopo un’attenta revisione scientifica, nel gennaio 2019 Health Canada sosteneva che “le preoccupazioni sulla sicurezza del glifosate non possono essere supportate scientificamente quando si considerano tutti dati pertinenti". Health Canada ha anche osservato che i 20 scienziati che hanno condotto la revisione, i quali non era stati coinvolti nel processo di rivalutazione del glifosate del 2017, "non hanno lasciato nulla di intentato" e "hanno avuto accesso a tutti i dati e alle informazioni rilevanti fornite dai governi federali e locali, agenzie  regolatorie internazionali, rapporti scientifici pubblicati e dai produttori di agrofarmaci".
Da sottolineare come, lo scorso anno la stessa Epa aveva sottolineato come procurare allarme sul potenziale cancerogeno dei prodotti contenenti questa sostanza attiva sarebbe stato “in contraddizione con la valutazione scientifica dell’agenzia” e sarebbe stata quindi “una dichiarazione falsa e fuorviante”.

Contrari e indecisi
Se la platea dei sostenitori pro-glifosate è in espansione, c’è anche chi rimane fortemente contrario al suo utilizzo. E’ il caso del Lussemburgo, primo Paese dell’Unione Europa a vietarne la vendita dal 1 febbraio. Il granducato aveva già annunciato la decisione quattro anni fa ma solo da inizio mese la misura è entrata in vigore e nei negozi non si trovano più prodotti contenenti questa sostanza.
Tra i Paesi che non si sono ancora pronunciati sull’utilizzo del glifosate c’è la Germania, che ha preso tempo fino al 2022 per la messa al bando. In Italia è ancora tutto fermo, eccezion fatta per la regione Toscana, che ha in programma di vietarne l’utilizzo dal gennaio 2022. 

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