Fragole, le raccolte rischiano lo stop

Dalla Calabria parla Carioti: «Chi vende prodotto spagnolo si deve vergognare»

Fragole, le raccolte rischiano lo stop
Situazione di mercato disastrosa per le fragole coltivate nelle regioni del Mezzogiorno. E la causa non è solo il coronavirus che, soprattutto negli ultimi dieci giorni, ha ridotto sensibilmente le vendite di tutti i prodotti ortofrutticoli nei Mercati all’ingrosso italiani. Poche semplici domande, infatti, oggi incalzano nella mente della maggior parte dei fragolicoltori del Sud Italia: ha senso che l’Italia continui ad importare fragole spagnole in una fase di crisi dei consumi come quella attuale? Ha senso che nessun esponente politico di alto livello si sia ancora esposto pubblicamente per evidenziare alla popolazione l’importanza di acquistare materie prime nazionali?

“Da mia parte mi sento profondamente indignato per la mancanza di sensibilità da parte sia del Governo sia delle numerose catene distributive che, in maniera poco etica, stanno continuando a comprare fragole spagnole a prezzi irrisori, in un momento in cui l’offerta nazionale non manca”, chiosa a Italiafruit News Massimo Carioti, titolare dell’azienda calabrese Nuova Tropeano di Curinga (provincia di Catanzaro). specializzata da quasi 50 anni nel comparto della fragola.

“Negli ultimi anni ne abbiamo passate tante di difficoltà, ma la situazione attuale le supera di gran lunga tutte. Da dieci giorni stiamo lavorando in netta perdita - evidenzia Carioti - I consumi di fragole sono praticamente fermi nei Mercati all’ingrosso e rallentati nella Gdo. Mentre i prezzi medi sono scesi a livelli insostenibili per coprire il solo costo della manodopera, anche a causa dell’aggressività della Spagna. La quale si sta proponendo qui in Italia con quotazioni stracciate, inferiori all’euro il chilo per il prodotto già confezionato e portato a destinazione”.


Fragola Sabrina della Nuova Tropeano

“Trovo vergognoso che numerosi operatori italiani, in questi giorni difficili, stiano continuando come nulla fosse a gestire il prodotto iberico. Questo comportamento sta distruggendo la fragolicoltura della Calabria, oramai sempre più vicina al punto di non ritorno. Tra qualche giorno, infatti, se il mercato e le scelte dei distributori in materia d’importazione non cambieranno, non potrò far altro che smettere di raccogliere e di vendere fragole. Chiuderemo l’azienda, sperando almeno nella salute”.

“Ritengo, allo stesso modo, vergognoso che l’agricoltura non venga mai considerata dal nostro Governo per quello che è: un settore trainante per il presente e il futuro dell’Italia. Adesso un Paese serio dovrebbe difendere, valorizzare e aiutare il lavoro di tutte quelle aziende agricole che, come noi, cercano di garantire le materie prime alla popolazione. E invece non è così. Da quando è iniziata l’emergenza sanitaria - conclude Carioti - non ho sentito ancora un esponente politico della Maggioranza parlare dell’importanza di consumare cibi italiani per aiutare la nostra agricoltura. Basterebbe veramente poco e sarebbe l’ora di farlo. Noi agricoltori esistiamo, non siamo fantasmi!”.
 
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