Maggio inizia col piede giusto nei Mercati

Il punto da Bergamo a Padova, da Roma a Vittoria: più luci che ombre

Maggio inizia col piede giusto nei Mercati
L’inizio di maggio conferma l’intonazione sostanzialmente positiva, pur tra luci e ombre, per l’ortofrutta commercializzata nei Centri agroalimentari italiani. E' questo, in estrema sintesi, ciò che emerge dall’analisi “Quick Service” del Monitor Ortofrutta di Agroter che ha approfondito i trend di questi giorni. La settimana è partita bene in Lombardia: al Mercato ortofrutticolo di Bergamo il lunedì è stato particolarmente vivace con interesse e grande voglia di caricare da parte degli operatori. Ma anche le giornate successive di martedì e mercoledì si possono considerare soddisfacenti, come spiega a Italiafruit News Andrea Chiodi, direttore della struttura bergamasca.

“L’andamento positivo è collegato in parte alla riapertura dei mercati rionali e quindi al rientro in gioco degli ambulanti, una fascia di clientela da sempre molto importante per il nostro Mercato. Si conferma il momento favorevole dei piccoli negozi di vicinato che stanno continuando a lavorare tantissimo anche attraverso i servizi di home delivery. Le persone, in questo inizio della fase 2, non hanno voglia di ritornare a frequentare i centri commerciali e quindi il vicinato continua a tirare”. 

“L’articolo che continua a riscuotere le maggiori attenzioni degli operatori - prosegue Chiodi - è sicuramente la fragola, che sta quotando su medie di 4-4,50 euro il chilo. C’è un buon interesse per il melone italiano di alta qualità garantita, come ad esempio il Red Falcon a marchio Mundial, che raggiunge 2-2,50 euro il chilo, mentre il prodotto marocchino si attesta alla metà. Si vedono inoltre prezzi stellari, fino a 14 euro il chilo, per le prime ciliegie italiane a fronte di un’offerta scarsissima. Stabili le zucchine, con il prodotto veronese più lucente che si vende a 1,20 euro il chilo. Mentre il caro peperoni è rientrato con il prodotto olandese, standard qualitativo di questo momento, che quota a 2,40-2,50 euro il chilo”.

La situazione più critica per Chiodi è quella delle drupacee spagnole, in particolare delle albicocche che presentano una consistenza dura e un sapore mediamente poco appetibili. “La forbice di prezzo di questo prodotto è ampia e varia dai 2 euro ai 4,50 euro il chilo, in funzione della qualità”.



Anche nel Nord Est si continua a respirare un’aria di positività. "Notiamo un buon interesse soprattutto per gli articoli di stagione come meloni e fragole", dice a Italiafruit News Francesco Cera, direttore del Mercato agroalimentare di Padova (Maap), struttura che realizza circa il 40-45% del fatturato complessivo proprio con l'esportazione. "Ma è la situazione generale a riscontrare un costante miglioramento. Basti pensare, ad esempio, che sulle mele si riscontrano aumenti delle vendite prossimi al +30-40% rispetto a poche settimane fa. Poi finalmente i nostri grossisti sono tornati a esportare a buon regime in tutti i Paesi per noi strategici, come Austria, Slovenia, Ungheria e Bosnia; solo in Croazia si riscontra ancora qualche problema". 

"I giri d'affari dei nostri grossisti stanno tenendo anche grazie all'ottima domanda nazionale non solo di dettaglianti e supermercati, ma anche degli ambulanti per via della progressiva riapertura dei mercati rionali e della maggiore libertà sugli spostamenti delle persone. In questi giorni, gli operatori che hanno imparato a fare la consegna a domicilio si stanno togliendo delle soddisfazioni. Cito un caso su tutti: la Fruit Service, azienda grossista di Padova da sempre specializzata nella fornitura all'Horeca, si è reinventata lanciando una App digitale per la consegna di ortofrutta ai privati. Un esempio virtuoso che sta funzionando bene e che sfrutta l'e-commerce. La consegna a casa è un tipo di servizio che piace ai consumatori: credo continuerà a essere proposto dal dettaglio tradizionale anche dopo che la pandemia sarà passata".


Foto d'archivio al Car di Roma e, sopra, dall'alto, Bergamo e Padova

Andamento nel complesso positivo anche al Car di Roma: “E’ cominciata la commercializzazione delle drupacee spagnole e della Basilicata, che riscuotono un buon interesse anche se si tratta delle primissime varietà e non sempre la qualità è elevata”, spiega il grossista Riccardo Pompei. “Cresce l’attenzione nei confronti dei meloni siciliani, con Red Falcon e Magenta che veleggiano sopra i 2 euro mentre Mundial e Rais si posizionano leggermente sotto; agli sgoccioli la stagione delle arance spagnole, ancora al centro di contrattazioni vivaci con prezzi sostenuti, al pari dei limoni. Altalenante la fragola che a sua volta si mantiene però su buoni livelli, con una media di 4 euro per Candonga; in flessione invece gli asparagi e i fagiolini”. 

Quanto agli ortaggi siciliani, Pompei rileva una “produzione di buon livello” con listini che variano dall’euro delle melanzane ai tre euro abbondanti dei peperoni; i pomodori ciliegino, piccadily e grappolo viaggiano attorno all’1,80. Per le produzioni locali, terminata la campagna dei carciofi, la zucchina “romanesca”, non va oltre i 50 centesimi.

Al Mercato di Vittoria (Ragusa), invece, il grossista Giorgio Puccia rileva una tendenza al ribasso con una fetta significativa di merce invenduta: “Ci difendiamo con i peperoni rossi e gialli, che però hanno perso terreno scivolando da 2,70 euro a 2,20 fino a 1,50 a causa dell’aumento di produzione ma anche della più incalzante concorrenza spagnola; in flessione, ormai da una settimana e mezzo, anche i pomodori, tranne le varietà adatte per l'insalata, che stanno riprendendo quota al pari dei cetrioli, quotati comunque non più di 30 massimo 80 centesimi il chilo”. Trend discendente per la melanzana, attorno ai 50 centesimi e poche richieste per le zucchine

Ha collaborato Daniele Bianchi 

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