Pesche e nettarine, produzione europea in discesa

Comitato Europêch: in Italia e Spagna pesano le gelate, Sos lavoro

Pesche e nettarine, produzione europea in discesa
La produzione peschicola europea è attesa in riduzione rispetto all’annata precedente ma il calo complessivo dovrebbe essere meno marcato rispetto a quello previsto per le albicocche (clicca qui per leggere il nostro articolo). A confermarlo il comitato Europêch, tenutosi ieri, alla presenza di rappresentati di Italia, Spagna, Francia e Grecia. 

La contrazione è legata soprattutto alle gelate che hanno colpito in particolar modo il nostro Paese e la Spagna, secondo un documento ufficiale diffuso a margine della riunione. Per l’Italia ha presenziato il Cso Italy che, in una nota, sintetizza così la situazione nazionale: “Appaiono danneggiate soprattutto le coltivazioni di pesche e nettarini delle regioni Settentrionali, con un impatto decisamente significativo in Emilia-Romagna mentre risultano meno compromessi gli impianti del Veneto e del Piemonte. Si segnalano, poi, danni da gelo anche in alcune regioni del sud Italia (in particolare in Campania), anche se i bacini produttivi centro-meridionali denotano una problematica decisamente più limitata rispetto al Nord”. 

Attualmente sono in fase di elaborazione le stime per il 2020, che saranno comunicate dall’Italia e dal resto dei Paesi in occasione della prossima riunione di Europêch, in programma per il 22 maggio. Il nostro Paese, è stato detto ieri, ha ridotto del 5% le superfici di pesche, nettarine e percoche rispetto al 2019, portandosi a quota 51mila ettari.



Spagna 
Il primo produttore europeo di pesche e nettarine, la Spagna, ha già anticipato che prevede una riduzione della raccolta rispetto al 2019. Adesso è in atto la cascola dei frutti, quindi la situazione produttiva andrà verificata puntualmente nelle prossime settimane. Oltre alle condizioni climatiche avverse, contribuirà alla riduzione dei volumi anche l’abbattimento delle superfici in atto dal 2019. 

In Catalogna, le gelate di inizio primavera hanno danneggiato la produzione e penalizzato lo sviluppo dei frutti presenti. L’impatto è eterogeneo nell'area di Lleida, dove sono state maggiormente colpite le zone vicine ai fiumi e quelle delle vallate. Danni più evidenti si vedono sulle varietà precoci e a media maturazione, specie sulle nettarine e sulle pesche piatte. 

Per la Spagna, il problema principale di questa campagna peschicola è la mancanza di manodopera, causata dell’impatto del Covid-19, che si farà sentire in particolare nelle regioni dell'Aragona e della Catalogna. Gli operatori spagnoli hanno chiesto al loro Governo di mettere in atto le misure necessarie per consentire agli operai stranieri (area Schengen e Romania) di poter lavorare in Spagna, come hanno fatto Germania, Regno Unito e Irlanda. Questo problema, unito alle misure di sicurezza addizionali, genererà costi maggiori del 20-30% per la raccolta e il confezionamento, secondo le stime dei delegati iberici. 



Francia
Nel Paese transalpino, le gelate hanno fortunatamente interessato solo i bacini di produzione meno importanti per la peschicoltura e, in generale, gli impianti sembrano essere stati in grado di affrontare meglio la mancanza di ore di freddo invernale. Gli operatori francesi, per il momento, si attendono volumi normali per le varietà precoci, mentre le cultivar medio-tardive potrebbero registrare un carico di frutti deficitario.

A livello di superfici si deve rilevare una ripresa degli investimenti produttivi, con un tasso di rinnovo del 7-8% nell'ultimo triennio per le aziende che fanno parte dell’Aop Pêches et nectarines. I nuovi investimenti sono stati favoriti da una parte dai buoni risultati economici degli ultimi tre anni e, dall’altra, da un migliore controllo della Sharka.



Grecia
La produzione greca di pesche, nettarine e percoche sembra normale e in linea con l’anno scorso. A metà marzo una gelata ha comunque colpito le varietà più precoci. Il maltempo si è poi protratto fino a metà aprile con piogge e basse temperature, comportando un ritardo stagionale di 7-8 giorni rispetto al 2019.

Anche in Grecia, così come in Spagna, desta preoccupazione la mancanza di manodopera, in quanto attualmente i lavoratori stagionali dell'Albania non possono andare a lavorare in Grecia per via delle restrizioni legate al coronavirus. I produttori peschicoli, inoltre, stanno ancora affrontando i ritardi dei pagamenti da parte delle assicurazioni a seguito degli eventi meteorologici avversi degli anni passati, denotando problemi di liquidità.

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