La Dieta mediterranea non sfonda durante il lockdown

Indagine del Crea: si preferisce carne e dolci a frutta e verdura

La Dieta mediterranea non sfonda durante il lockdown
In queste settimane di lockdown le abitudini alimentari degli italiani sono cambiate. Più pasti in casa, un modo differente di fare la spesa, più tempo a disposizione per la preparazione di pranzo e cena... Questo periodo - secondo un'indagine del Crea Alimenti e Nutrizione - è stato anche l’occasione per sperimentare nuovi alimenti (40% degli italiani) e nuove ricette (31%). L'obiettivo della ricerca era di documentare ed analizzare i mutamenti intercorsi nell’alimentazione quotidiana durante la quarantena.



Il 60% degli intervistati ha una scarsa aderenza alla Dieta mediterranea: troppa carne e dolciumi, pochi legumi e frutta secca. Durante il lockdown, i rispondenti al sondaggio del Crea hanno dichiarato di aver aumentato il consumo di alimenti sani: verdura (33%), frutta (29%), legumi (26,5%), acqua (22%), olio extravergine d’oliva (21,5%). Ma parallelamente, ben il 44,5% ha ammesso di aver mangiato più dolci e il 16% di aver bevuto più vino.



“Pur con i limiti di un questionario auto-riferito e con un campione opportunistico - spiega Laura Rossi, ricercatrice Crea Alimenti e Nutrizione e coordinatrice dell'Osservatorio sulle eccedenze, sui recuperi e sugli sprechi alimentari - si può osservare che le limitazioni imposte dalla quarantena non hanno avuto effetti totalmente negativi sulla alimentazione e sullo stile di vita del campione in esame. A fronte dell’aumento di comfort food (dolci), abbiamo però anche maggiori quantità di frutta, verdura e soprattutto legumi. Si tratta in realtà di dati che sono in linea con quelli sulla spesa degli italiani nel primo trimestre del 2020. E che indicano che il tempo trascorso in cucina è stato orientato alla preparazione di piatti con ingredienti salutari. L’approvvigionamento di cibo non sembra essere stato un problema e l'attitudine alla spesa si è rivolta anche verso alimenti nuovi, con un occhio fisso ai costi troppo alti. I bambini sono stati più coinvolti nelle attività della cucina, mentre per gli anziani si evidenzia una percezione di difficoltà nel fare la spesa”.

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