Mercati, prezzi cari per tutta la frutta estiva

Per gli ortaggi listini più contenuti. Il quadro aggiornato da Nord a Sud

Mercati, prezzi cari per tutta la frutta estiva
Ultima settimana di maggio caratterizzata da prezzi sostenuti per tutta la frutta estiva in vendita nei Mercati all’ingrosso italiani, soprattutto se di qualità, mentre fra gli ortaggi le quotazioni sono certamente più contenute. E' questo, in estrema sintesi, ciò che emerge dall’analisi “Quick Service” del Monitor Ortofrutta di Agroter che ha approfondito i trend di questi giorni fra i principali mercati ortofrutticoli italiani. Per maggior informazioni sul servizio clicca qui.

Dal mercato ortofrutticolo di Bergamo, Federico Fapanni venditore presso la ditta Ortobergamo illustra ad Italiafruit News le principali tendenze di questi ultimi giorni: “Sicuramente non c’è più la frenesia nelle vendite delle scorse settimane quando eravamo in piena emergenza sanitaria, adesso siamo tornati sui livelli consueti in termini di capacità d’acquisto dei clienti, negozianti in particolare. Ciò che non è normale sono i prezzi cari di tutta la frutta estiva, sia italiana che estera, che non accennano a scendere nonostante le vendite non siano particolarmente brillanti, proprio perché gli acquirenti ci pensano bene prima di comprare merce che può costare 4 euro il chilo e che devono rivendere in negozio”.

“D’altro canto – prosegue Fapanni – l’offerta è ridotta e quindi le quotazioni restano sostenute soprattutto per il prodotto di alta qualità, che è il più richiesto qui a Bergamo. Partendo dal melone, fra gli articoli più in voga del momento, ci si posiziona fra 2,50-3 euro il chilo per il retato fino a 4 euro per il liscio, con pochi volumi a disposizione in quanto la Sicilia è verso la fine, e nel Mantovano siamo solo ai primi stacchi. Viceversa si è assistito ad un calo dell’anguria nell’ultima settimana che è passata da 1,30 a 1 euro il chilo circa.”


Federico Fapanni 

“Le drupacee sono la categoria che sta conoscendo i rialzi più marcati. Le ciliegie Extra a prescindere dalla provenienza spuntano fra 9-10 euro il chilo; per pesche e nettarine già i calibri più piccoli tendono ad essere costosi, con un calibro 30 venduto a 2 euro il chilo, mentre un calibro 18 si aggira sui 4 euro il chilo, con punte più alte per il prodotto Premium. Anche nelle albicocche la merce premium italiana supera i 4 euro il chilo, ma i quantitativi in ballo sono veramente scarsi, ed è complicato districarsi fra una marea di varietà non sempre all’altezza delle aspettative”.
 
“Nel comparto fragole la situazione è sicuramente più sotto controllo. Il prodotto meridionale è a fine campagna e nonostante i problemi di tenuta tipici del periodo è molto richiesto, ed è prezzato mediamente attorno 2 euro il chilo, con varietà di particolare pregio come Rossetta che si attestano su livelli nettamente più alti. Un po’ alla volta – conclude Fapanni – si sta facendo largo il prodotto Piemontese e del Trentino che prenderà il sopravvento nelle prossime settimane”.

Anche a Padova tiene banco il caro prezzi della frutta estiva che si contrappone al calo delle vendite tipico di ogni fine mese. “Si fatica a trovare merce italiana di qualità, soprattutto se parliamo di drupacee, e quel poco che si trova viene venduto a caro prezzo” commenta il grossista Stefano Andreella. “Le nettarine spagnole sono vendute fra 2,50 e 3 euro il chilo, così come le albicocche del Sud Italia che si spingono pure più in alto in caso di partite pregevoli. Le ciliegie si mantengono su livelli alti, ovvero, fra 5-6 euro il chilo per quelle di Verona ed oltre gli 8 euro il chilo per Vignola. Anche il melone è aumentato negli ultimi giorni e supera facilmente 3 euro il chilo.”



Spostandoci nella capitale, inizia a farsi sentire la riapertura di bar e ristoranti: “C'è sicuramente più interesse per i piccoli frutti, fra i prodotti più penalizzati dall’assenza del canale Horeca - commenta il grossista Valter Arcangeli titolare della ditta Siwa - a differenza dell’ananas, altro prodotto molto impiegato in questo canale, che invece si è mantenuta su livelli tutto sommato discreti. Comunque, come ogni fine mese, non c’è stato troppo entusiasmo nelle compravendite, ed i prezzi alti della frutta estiva non hanno certamente aiutato. Per quanto ci riguarda privilegiamo le aziende che ci garantiscono un prodotto di qualità, che in una stagione come questa è merce rara e quindi cara. Per esempio le ciliegie toccano i 10 euro il chilo, ma si trova anche prodotto locale di buona qualità alla metà del costo; rincari anche per le altre drupacee a patto che siano grosse e buone, altrimenti il valore scende drasticamente. Infine, buon momento per i meloni, con i listini i rialzo rispetto alla scorsa settimana, mentre le angurie sono in flessione”.

Se la frutta è cara non si può dire lo stesso per gli ortaggi provenienti da Vittoria, come testimonia il grossista Giorgio Puccia: “Come ogni anno, in questo periodo assistiamo ad un tracollo dei prezzi, in particolare dei pomodori rossi. Il ciliegino, simbolo della nostra zona, è venduto fra 50 e 70 centesimi il chilo ben al di sotto di un euro il chilo che pareggerebbe i costi di produzione. Non a caso diversi produttori scelgono di non raccogliere, piuttosto che svenderlo o addirittura buttarlo. Anche per le altre referenze orticole il discorso cambia di poco, a parte il peperone che si mantiene sopra l’euro il chilo”.

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