Mele e pere, sale l'allerta per il colpo di fuoco

La malattia da quarantena avanza al Nord Italia. Cosa bisogna fare

Mele e pere, sale l'allerta per il colpo di fuoco
Nel Nord Est dell’Italia sta cominciando a destare preoccupazione la diffusione del colpo di fuoco batterico (batterio Erwinia amylovora) su mele e pere, due colture che si trovano nella fase fenologica dell'accrescimento dei frutti. Gli ultimi bollettini fitosanitari, infatti, segnalano una presenza generalizzata di questa malattia da quarantena su entrambe le specie in gran parte della Valsugana (Trentino-Alto Adige), da Pergine fino a Carzano, e in tutte le principali zone frutticole dell’Emilia-Romagna. 

La paura, ora, è che le piogge di queste ultime settimane possano incentivarne la sua diffusione. Si ricorda quindi ai produttori l’importanza di ispezionare con cura i frutteti di pomacee e, in particolare, l’obbligo di intervenire asportando e bruciando immediatamente il materiale infetto (foto sottostante). Ma l’attenzione deve essere alta anche da parte dei cittadini e delle amministrazioni pubbliche, poiché Erwinia amylovora è in grado di colpire moltissime specie piante ornamentali (sorbo, cotogno, biancospino, ecc.) presenti in giardini, bordure, orti, incolti e aree verdi come parchi, ciclabili ed aiuole. 


 
In Valsugana, il colpo di fuoco sta attaccando soprattutto il melo. Negli ultimi 20 giorni, come conferma la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, si sono sviluppati nuovi focolai a Pergine, Calceranica, Levico, Novaledo, Roncegno e Carzano, dove l’incidenza delle piante colpite varia dal 20% a oltre il 90% nei meleti più giovani. La diffusione e l'intensità del danno sono comunque in continua evoluzione. 

“Gli impianti più interessati sono quelli da 0 a 3 anni, ma si trovano frutteti anche fino al sesto anno di età” fa sapere la Fondazione. Mentre “le varietà più colpite sono Fuji, Gala, Fengapi, Gradisca, Morgen, Swing, Crimson Snow e Galant. La Golden è la cultivar meno danneggiata, probabilmente a causa della scarsa fioritura”.

“La situazione più problematica riguarda la zona di Caldonazzo, dove gli impianti dell'annata 2020 (7 ettari) hanno percentuali di piante colpite fino a oltre il 90%. Alcuni di questi meleti sono già stati estirpati completamente. Sono 225 gli ettari di frutteto a Caldonazzo, metà dei quali sono destinati a mele Golden. È quindi ragionevole pensare - conclude la Fondazione Mach - che almeno più della metà degli appezzamenti siano interessati dal problema. I numeri effettivi saranno resi disponibili più avanti, quando arriveranno i dati del questionario spedito ai soci della cooperativa frutticola della zona”.



Anche in Emilia-Romagna, la situazione fitosanitaria non è delle migliori e i produttori di pomacee devono quindi eseguire alla lettera gli interventi agronomici consigliati dal bollettini di difesa. “Rispetto agli anni Novanta, quando questa malattia ha avuto una grandissima esplosione nei pereti dell’Emilia-Romagna, gli agricoltori hanno forse abbassato il livello di attenzione su quelle pratiche colturali atte a limitare la diffusione del batterio come l’asportazione dei rami infetti, e la disinfezione degli attrezzi di lavoro, in particolare delle forbici per la potatura. Per minimizzare il rischio è essenziale controllare con attenzione il frutteto in modo da estirpare sul nascere possibili focolai, altrimenti i danni potrebbero aggravarsi”, spiega a Italiafruit News Andrea Masi, tecnico della cooperativa Val Cima di San Felice sul Panaro (Modena).

“Nella nostra provincia, il colpo di fuoco si è diffuso con particolare decisione rispetto al 2019 - prosegue - Già un mese fa, infatti, si potevano notare danni importanti sui frutticini di Kaiser e Decana, le varietà di pere fiorite per ultime. Credo che le alte temperature al momento della fioritura, associate all’umidità e alle piccole bagnature delle foglie, abbiano probabilmente favorito l’ingresso della malattia nei fiori primari. Adesso sintomi di Erwinia amylovora si rilevano un po’ in tutte le cultivar di pere, quindi anche su Abate Fetel e Conference, e sulle mele di pianura come le Fuji. La situazione è dunque preoccupante”. 



Sigfrido Bedeschi, produttore specialista in pere e tecnico del Consorzio Agrario di Ravenna, conferma: “La presenza del colpo di fuoco batterico quest’anno è sicuramente più importante rispetto alle annate più recenti e si può notare anche all’interno di impianti di pere e mele che non erano stati precedentemente colpiti”.

“Nel Ravennate, per il momento, il danno rimane comunque contenuto per via della stagione climatica poca piovosa. Le aziende più brave e meticolose sono intervenute eliminando tramite la potatura gli organi vegetali infetti; per quanto riguarda il pero, inoltre, siamo stati fortunati ad avere una seconda fioritura poco abbondante. Ora, però, bisognerà vedere che impatto avranno le precipitazioni di questa settimana. Tra dieci o quindici giorni, a mio avviso, potremo capire per bene quanto dobbiamo preoccuparci”, conclude Bedeschi. 

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